...ed io do loro una mano a farlo, sbagliando tutto quanto è umanamente possibile sbagliare. E' come se volessi seminare fiori ed invece mi ritrovassi a spargere gramigna. Non so far altro che guastare sempre ogni cosa e in misura direttamente proporzionale a quanto la tal cosa mi sta a cuore, con un accanimento cieco che farebbe inorridire perfino il barone Von Masoch. La mia intima tendenza all'autodistruzione e all'auto frustrazione è uno strascico pervicace e tremendamente pesante da trascinare, che mi fa barcollare ad ogni passo, come se camminassi su un pavimento accidentato da centinaia di insidie invisibili, che rendono il mio andare malsicuro e spesso e volentieri mi fanno incespicare, schiantando al suolo ogni mia - anche misera - velleità. Il fatto che sia così lucida nell'analizzare la cosa non apporta alcun beneficio, perché ostinatamente persisto nei miei soliti errori, quasi ci provassi un perverso godimento. E non escludo che sia così, che davvero io mi diverta inconsciamente a sabotare i miei desideri. Ci sono momenti nei quali mi sento sovrastata da un peso immane, il peso di essere me e mi manca il respiro, letteralmente. Sarebbe eccessivamente facile prendersela con la sfortuna, ma la sfortuna non c'entra, si tratta solo di incapacità, di inettitudine.
Ciao, Maria. Anch'io credo che un po' ti ci diverti, sai. Certo è un gioco triste quello che ti sei scelta. Scusa se ti dico così, ma se lo faccio è solo perche credo di capire quello che hai scritto e il fatto stesso che lo capisco non è un buon segno nemmeno per me. Vedrai, un giorno il sole spargerà i suoi raggi caldi sulle macerie che ci siamo lasciati dietro ma allora noi saremo piu' in alto di loro, con qualcuno accanto a racontargli di quando tutti quei pezzi erano una cosa intera,una cosa sola, e sorrideremo per le stesse cose per cui adesso piangiamo. un bacio grande...
Sono una grafomane impenitente: se sono felice scrivo, se sono arrabbiata scrivo, se sono triste scrivo.
Scrivo perché mi viene naturale. Scrivo perché per me è più facile che parlare. Scrivo perché non sono capace di confidarmi altrimenti. Scrivo per passare il tempo. Scrivo per documentare i momenti salienti. Scrivo quando mi annoio. Scrivo quando sono piena di entusiasmo. Scrivo come forma di auto-analisi. Scrivo per lanciare messaggi in bottiglia, che - chissà! - potrebbero spiaggiarsi su rive sorprendenti.
Di professione sono una penna mercenaria: mi presto a creare per denaro qualunque tipo di testo su qualsiasi argomento. Ma il sogno è, un giorno, riuscire a scrivere per lavoro solo di ciò che voglio e che m'interessa.
Nel frattempo, quando ne sento la necessità, scarico un po' di zavorra cognitiva ed emotiva nella mia stanzetta viola virtuale, lo spazio più intimo e, allo stesso tempo, quello più pubblico che ho.
Perché metto i miei pensieri in piazza? Perché, per paradosso, comunicare con il mondo è meno imbarazzante che farlo a tu per tu.
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Ciao, Maria. Anch'io credo che un po' ti ci diverti, sai. Certo è un gioco triste quello che ti sei scelta. Scusa se ti dico così, ma se lo faccio è solo perche credo di capire quello che hai scritto e il fatto stesso che lo capisco non è un buon segno nemmeno per me. Vedrai, un giorno il sole spargerà i suoi raggi caldi sulle macerie che ci siamo lasciati dietro ma allora noi saremo piu' in alto di loro, con qualcuno accanto a racontargli di quando tutti quei pezzi erano una cosa intera,una cosa sola, e sorrideremo per le stesse cose per cui adesso piangiamo. un bacio grande...
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