Sarà l'influsso positivo del sottofondo musicale, che mi riporta alle tiepide sere d'inizio primavera di tanti anni fa passate seduta sul balcone a fare cruciverba aspettando di sentire la voce di mia madre che mi diceva di andare a tavola, ma in questo pomeriggio di luci smorzate mi sento più serena del solito. Tamburello le dita sul tavolo seguendo il ritmo della musica e risento il profumo domestico dell'aria di Milazzo e le sue promesse d'estate. Quell'atmosfera sospesa, quell'attesa, quella gioia e impazienza per qualcosa di imminente. E penso alle passeggiate sul lungomare appena terminati i compiti, alle giornate che si allungano e alla brezza di mare, ai suoni di risate argentine, alle bacche degli alberi. Penso ai miei sedici anni di "travagliata" spensieratezza, quando ogni cosa sembrava ancora lontana e mi illudevo di poter sempre e comunque rimandare. Adesso il tempo mi morde i polpacci e sento che devo sbrigarmi, ma non oggi. Oggi pomeriggio mi godo un ultimo strascico di quella miope leggerezza e mi lascio confondere dall'odore di terra secca che qui non c'è, ma che mi accompagna ovunque vada e che non potrò mai dimenticare. E prendo un impegno con me stessa, affinché quella ragazzina gracile con i codini non debba rimanere troppo delusa.
Ciao, Maria. Ti leggo senza commenti da un po' troppo. E che e' un periodo che nemmeno il passsato o i ricordi belli come quello tuo mi rasserenano. Sento un bisogno terribile di respirare... baci
Sono una grafomane impenitente: se sono felice scrivo, se sono arrabbiata scrivo, se sono triste scrivo.
Scrivo perché mi viene naturale. Scrivo perché per me è più facile che parlare. Scrivo perché non sono capace di confidarmi altrimenti. Scrivo per passare il tempo. Scrivo per documentare i momenti salienti. Scrivo quando mi annoio. Scrivo quando sono piena di entusiasmo. Scrivo come forma di auto-analisi. Scrivo per lanciare messaggi in bottiglia, che - chissà! - potrebbero spiaggiarsi su rive sorprendenti.
Di professione sono una penna mercenaria: mi presto a creare per denaro qualunque tipo di testo su qualsiasi argomento. Ma il sogno è, un giorno, riuscire a scrivere per lavoro solo di ciò che voglio e che m'interessa.
Nel frattempo, quando ne sento la necessità, scarico un po' di zavorra cognitiva ed emotiva nella mia stanzetta viola virtuale, lo spazio più intimo e, allo stesso tempo, quello più pubblico che ho.
Perché metto i miei pensieri in piazza? Perché, per paradosso, comunicare con il mondo è meno imbarazzante che farlo a tu per tu.
2 Comments:
abbiamo fatto la stessa promessa... ^_^
Ciao, Maria. Ti leggo senza commenti da un po' troppo. E che e' un periodo che nemmeno il passsato o i ricordi belli come quello tuo mi rasserenano. Sento un bisogno terribile di respirare... baci
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