domenica, marzo 11, 2007

Pressione in aumento

Chiudere gli occhi. Ripetere insistentemente che non sono più io. Riaprili e constatare il miracolo compiutosi. Sarebbe perfetto. Dimenticarmi di Maria, di quello che è e che non è, come un bruco si dimentica dei sui bitorzoli per ritrovarsi splendida farfalla. Dare un colpo di spugna energico e lavare ogni minima traccia di questa identità schiacciante, di etichette che pretendono di squadrarmi e che non mi lambiscono nemmeno, che in parte mi sono affibbiata da sola e in parte ho ricevuto da chi crede che la corteccia possa bastare a dare un'idea del midollo. Un midollo che sembra in ebollizione, che prepara nel silenzio una melodrammatica sommossa, gonfiandosi di vapori che non hanno uno sfiatatoio e che porteranno inevitabilmente a qualche dilaniante esplosione.

Listening to:
Forget myself - Elbow

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3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

-Frammento recente tratto da "Ciao, cara identità sommessamente onnipresente"-

"...cogliendo così l'occasione, ho modo di interagire con la moltitudine di essenze e presenze che, come Maria, traspongono in chiave introspettiva /archetipica esistenziale un'idea che è la natura stessa del silenzio...
Ho letto con molto interesse questa riflessione, e mi sento di trascrivere una mia idea a tal proposito, spinto dall'intenzione (tra l'altro) di rendere "fertile" lo stesso tessuto connettivo di idee progettuali che in un poetico blog come questo, si riversano e si "immortalano".
Ritengo che l'avanzata di un pellegrinaggio fatto quotidiano è spesso l'anfratto del non vissuto, che paradossalmente incombe sul count-down. La maturazione di idee che scorrono tra i cinema muti del non vissuto, costituisce lo story-board stesso cara Maria. La penna ed il calamio attendono il virgulto del gemellaggio con la tela della pianificazione.
Alle volte però, è un saluto che ci spiazza, e che ci lascia attoniti, nel momento in cui siamo viandanti in cerca di strada.
Viandanti soli, appunto, tra le folle di un marasma che è assurdo.
Siamo lì a contemplare in un'alba quello stesso "Ciao", segno apparentemente tangibile di una "valutazione"...Peccato che però non è rivolto a noi.
Pensiamo ancora mentre la notte ci innamora con l'agonia. L'agonia di uno spasmo che ci ha emozionato. Ancora, e chissà, forse lo farà per sempre.
Quasi sorrido se, dinanzi a quel vortice di passato, penso che lo spasmo è la nostra stessa identità..."

Saluti di cuore e Buona Ricerca di una luce esistenziale.

Danilo Saddi

11 marzo, 2007 16:35  
Blogger festina_lente said...

Che belle parole!
Grazie Vate! E' sempre un tale piacere averti qui! Ne sono lusingata.

11 marzo, 2007 19:03  
Blogger stefano said...

..solo per dirti che sono tra quelli che non si ripareranno di fronte a quell'esplosione. Niente mani davanti agli occhi; niente dita nelle orecchie, solo un allegra attesa, magari mista a quel po' di paura che ogni esplosione merita. Traduz: non vedo l'ora di vederti esplodere. baci...

13 marzo, 2007 23:11  

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