Ho sempre vissuto tra simulacri, come qualcuno che pretenda di conoscere il mondo solo perché possiede cartoline e souvenir provenienti da ogni paese. Con una dedizione ed un metodo che, se non avessero portato ad effetti nient'affatto positivi, sarebbero degni della massima ammirazione, ho fatto di tutto per cercare di ricreare un microcosmo in 15 m² scarsi, arrivando al punto di costruirmi perfino un cielo stellato personale sotto il quale andare a dormire ogni notte, nell'illusione pericolosa di riuscire a bastare a me stessa, di poter essere quasi del tutto autosufficiente, di poter chiudere la porta della mia camera e ignorare che al di là di essa ci fosse un altrove con il quale doversi immancabilmente confrontare. Ma all'improvviso questo minuscolo metamondo mi pare incredibilmente angusto e vedo in tutta la sua disarmante prosaicità che il mio cielo è solo una serie di misere stelline di plastica fosforescente attaccate al soffitto. E, tuttavia, ho paura che adesso sia troppo tardi e non ci sia più niente da fare per me, che sono un animale cresciuto in cattività. Listening to:Stumbleine - The Smashing PumpkinsEtichette: Personale, Riflessioni
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