Ho avuto una grande rivincita sul mondo e la saggezza cinica di chi consiglia di dubitare sempre, di mettere da parte idealismi infantili e sogni per evitare di cozzare troppo violentemente contro gli spigoli vivi dell'esistenza. I fatti hanno dimostrato finalmente che lasciare che ci sia qualche feritoia tra scaglia e scaglia della corazza e fare in modo che il disincanto non sia mai rotondo come un guscio, perché l'illusione e la speranza filtrino sempre e tengano aperta la strada alle staffilate carezzevoli della gioia, non è un atteggiamento altezzoso, ingenuo o stupido. Perciò, anche se sembrerà quasi assurdo affermato da me, mi sento fortunata ma anche meritevole: quello che ho adesso l'ho coltivato in anni e anni d'attesa fiduciosa passati a pretendere l'ideale e schivando le facili lusinghe del possibile, anche a rischio di non trovare mai.
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Effigy - Andrew Bird
Etichette: Personale, Riflessioni
2 Comments:
>Perciò, anche se sembrerà quasi >assurdo affermato da me, mi sento >fortunata ma anche meritevole: >quello che ho adesso l'ho coltivato >in anni e anni d'attesa fiduciosa >passati a pretendere l'ideale e >schivando le facili lusinghe del >possibile, anche a rischio di non >trovare mai.
Del resto, io non ho mai creduto alla fortuna.
Ho invece sempre riposto fiducia nelle attese pregne di significato (anche quando non terminano come ti aspetteresti), e nella forza uguale e contraria che scaturisce quando ti rendi conto, nell'esatto momento in cui cammini, di aver fatto quel passo in più, nel momento giusto, verso qualcosa di importante.
Non potrei essere più d'accordo.
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