Un punto all'infinito
Ho sempre avuto difficoltà ad accettare la geometria iperbolica, a capirla fino in fondo, perché l'infinito è un concetto talmente vago e inafferrabile che ho sempre dubitato dell'esistenza di questo fantomatico punto, pensando che in fin dei conti fosse solo una comoda convenzione per modellizzare lo spazio così come appare all'occhio umano. E, in effetti, in geometria è esattamente così: il punto all'infinito non esiste se non ipoteticamente.
Anche nella mia vita ci sono state tante cose che viaggiavano su rette parallele e sembravano confermare perfettamente il postulato euclideo, cose che ero certa fossero destinate a non convergere mai, a conservare sempre la stessa distanza lungo il percorso in solitaria a cui erano inevitabilmente condannate; negli ultimi cinque mesi mi sono dovuta ricredere, perché ho scoperto che per me c'è davvero un punto in cui affluiscono le cose che non era nemmeno logico sperare che si incontrassero. Adesso so che il punto all'infinito esiste, inequivocabilmente. Io l'ho tenuto per mano, mi ha tenuta per mano, e lo spazio improvvisamente ha acquistato un senso del tutto nuovo e una nuova prospettiva.
Listening to:
O último romântico - Caetano Veloso
Etichette: Personale, Riflessioni
2 Comments:
Clap, clap!:)
Oh, anch'io pensavo che la mia esistenza e la geometria dovessero viaggiare su binari necessariamente paralleli, ma è la prima volta che ascolto un discorso che in qualche modo ha a che fare con la materia rimanendone affascinato!
Oggi mi hanno chiesto come faccio ad essere sempre così felice e sorridente. Ed io ho risposto "perché nella mia vita va tutto alla grande e quando anche ciò succede alle persone a cui tengo tutto si moltiplica"
Sono contentissimo per te.
Bacioni Mimmo
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