Giornate di apatia e troppa caffeina per cercare di combatterla, per convincermi a stare fuori dal letto. Occupazioni affrontate con noncurante e meccanica superficialità. Le solite domande, nuove considerazioni, ricordi vividi e rimpianti di ieri e di oggi. Un'amarezza latente a fare da sottofondo insistente, a tratti fastidioso. Il tutto scandito dal lieve smorzarsi della luce. Finché arrivano la notte ed il sonno a stabilire equilibri mai esistiti, a restituire una serenità fragile che è possibile solo ad occhi chiusi e ad inconscio disimbrigliato. E il mattino che si avventa sempre troppo presto mi coglie confusa, in bilico tra sogno e veglia, a guardarmi attorno disorientata cercando di trovare le vere coordinate spaziali e temporali del mio esistere e a non nascondere una profonda contrarietà non appena riesco a collocarmi nel qui e nell'ora: così deludenti e distanti da ciò che era appena qualche minuto prima.
Listening to:
Rimmel - Francesco De Gregori
Etichette: Personale, Sogni
1 Comments:
Speriamo che Freud non passi mai da questo blog :)
Scherzo, eh!
Baci da Fab
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