martedì, febbraio 22, 2022

Forse anche io sono un crogiuolo, 

una fabbrica di futuro

al pari di tutti gli uomini 

che neppure se lo sognano...

Perché non ha tregua il lavorìo,

non siede su se stessa la creazione. 

E anche ora che cosa sto facendo? 

Non guardare all’apparenza,

si esprime nel linguaggio della morte 

ogni nostra vita, ma è vita, vita soltanto.

 

Anche ora cosa sto facendo? 

Sono una pentola a pressione un attimo prima del fischio. L'aspetto non lascia ancora trapelare alcunché, ma sotto queste mentite spoglie c'è una tigre in gabbia che si dibatte. Nel sogno ne ritrovo i ruggiti, la smania furiosa, l'indomabilità. So qual è la parte marcia che dovrei scartare e non ho il coraggio di calare la mannaia. Conosco le cause di questa inquietudine, della repulsione che improvvisamente si gonfia come uno tsunami, della rabbia che si accumula e che cerco di ammucchiare negli angoli nel tentativo disperato di ignorarla. E il fermento interiore, il rovello, non si placa un momento. C'è qualcosa da seppellire per poter continuare a vivere, perché persistere quando si è sperimentato quanto possa essere vero che "l'inferno sono gli altri" è un torto fatto alla vita prima che a se stessi, eppure l'azione si paralizza e, come Amleto, la coscienza mi fa vile. 

Mi restano, allora, solo i soliti analgesici. Ma per quanto ancora basterà?

 

Listening to:

London, London - Caetano Veloso

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