giovedì, aprile 05, 2007

Dolorosa caduta dalla doxa all'aletheia...

E' strano come ogni cosa si allontani quando sono a casa. La vita che conduco in Piemonte è solo una parentesi remota e asettica.
Ho due esistenze parallele: una quaggiù - nella quale sono più vicina a me stessa - che è piena di stimoli sensoriali ed intellettuali; un'altra a Torino, nella quale tutti questi stimoli sono assenti e mi ritrovo a parlare di nulla, a "pestare l'acqua nel mortaio" e mi sto lentamente abbrutendo travolta dal fiume di mancanza di significato e di pregnanza nel quale sono immersa...
Forse sono troppo snob, ma non riesco a rassegnarmi allo small talk quotidiano se esso non è, almeno ogni tanto, ossigenato da digressioni intellettuali e questa condizione mi pesa, mi schiaccia, anche perché non si confà all'ambiente che frequento. L'Università dovrebbe essere un pozzo di scintille che danno fuoco alle micce del sapere e, invece, si è rivelata soltanto un serbatoio di banalità che annacquano l'acume di chi si illude che sia un luogo di crescita culturale e spirituale. Tutto questo mi fa sentire fuori posto ed è ingiusto, perché non sono io ad essere caduta in un equivoco, è tutto il resto che è sbagliato, che si è svenduto, che è svilito, che è finito in pasto al tritacarne della produttività a tutti i costi, di un'idea di modernità ed adeguatezza ai tempi che porta solo ad un abbassamento della qualità e ad un appiattimento dei livelli. Nel lungo periodo, temo, tutto ciò potrebbe rivelarsi fallimentare e io stessa sarei trascinata in questo crack. A volte (sempre più spesso, in verità...) mi pare di aver sbagliato i miei calcoli, di essermi illusa - come tipicamente facciamo noi del Sud - che al Nord ogni cosa dovesse per forza essere migliore e che non avrei potuto che trarre beneficio dalla scelta di prendere la valigia ed andare via; pertanto quello che vedo adesso mi avvilisce, la delusione monta come la schiuma delle onde nel mare in tempesta e sommerge ogni cosa. E ne risente la qualità della mia vita, ne risentono i miei rapporti umani e mi spiace, ma non posso nascondere il senso di nausea che provo quando penso a mesi interi passati senza avere scambi significativi dal punto di vista intellettuale, al sacrificio e alla compressione delle mie passioni perché altrimenti non sarei compresa. Ciò non significa che a Torino non vi sia nessuno con degli interessi simili ai miei, (il problema è che io non ho incontrato queste persone), o che qui, a Milazzo, possa intrattenermi a conversare dei massimi sistemi con il primo individuo trovato per strada, però c'è qualcuno con cui sì, posso farlo e mi basta...

Listening to:
Il vuoto - Franco Battiato

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

benvenuta alla realtà cittadina... secondo te perchè io vorrei aver più coraggio x fuggire?? bacioni Mimmo

06 aprile, 2007 21:27  

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