"What is left of a man and all his pride but bones?"
In un certo senso provo un affetto sincero per Kerouac, per il suo modo di cercare di descrivere l'ineffabile, per quell'idea di opera d'arte come sforzo collettivo di un gruppo di amici (lui, Allen Ginsberg e Neal Cassidy), per il fallimento e l'abbandono di questa idea. Lui ha vagato, ha sbagliato, ha scritto, si è pentito, ma sempre e solo dopo aver esperito le proprie idee e teorie.
Quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario della pubblicazione di On the Road, romanzo che nonostante tutte le critiche che - anche giustamente - gli si possono muovere, segnò una svolta. Per una intera generazione.
"Dying is ecstasy.
I'm not a teacher, not a
Sage, not a Roshi, not a
writer or master or even
a giggling dharma bum I'm
my mother's son & my mother
is the universe --
What is the universe
but a lot of waves
And a craving desire
is a wave
Belonging to a wave
in a world of waves
So why put any down,
wave?
Come on wave, WAVE!
The heehaw's dobbin
spring hoho
Is a sad lonely yurk
for your love
Wave lover
And what is God?
The unspeakable, the untellable..."
(Lucien Midnight, l. 1-23)
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