lunedì, agosto 20, 2007

Fuori tempo

Possibile che il mio mondo stia precipitando in picchiata verso il centro della terra? Possibilissimo, certo. Ma perché sempre a me? Beh, forse qualche indizio ce l'ho già. Guardo la mia libreria e vedo le mie cose in disordine sparso: se non sono brava a dare una coerenza neppure agli oggetti come pretendo di riuscire a sistemare la mia vita in un modo accettabile? Manco di punti di riferimento, di linee guida, e probabilmente sono disperatamente priva della voglia di trovare equilibri, seppur momentanei. Non so se sia perché mi piace il rischio, ma adoro stare in bilico, galleggiare a mezz'aria con la matematica certezza di uno schianto imminente. E la perenne impressione che il buono debba tenersi sempre ad una distanza di sicurezza da me per una volontà superiore, non mi disturba poi così tanto; probabilmente perché conosco la sublime dignità della disperazione e guardo con una punta di diffidenza il suo contrario, che mi appare sempre così banale ed indesiderabile. Sì, lo ammetto, è la presunzione che mi frega. L'ho nutrita con dosi massicce di film e romanzi, di dischi, di poesie, dai quali la normalità "vera" è sempre rimossa, o per lo meno abbellita con qualche vicenda insolita, e mi sono convinta che ogni vita debba essere diversa e inimitabile. Sotto sotto sono come i dandy di fine ottocento. Sono una rappresentante ritardataria dell'estetismo. Walter Pater sarebbe stato orgoglioso di me, suppongo.

Listening to:
Title track - Death Cab for Cutie

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