OMG!!!
Se non mi sbrigo a mettere in mostra un po' di disincantata ironia non ho speranze di finire come Bridget Jones: contesa tra due uomini belli e di successo pur essendo pingue, maldestra, sciatta e ultratrentenne. Io, che ultratrentenne non sono (ancora per qualche annetto) e per niente pingue e probabilmente neppure così sciatta, (ma di certo assai maldestra), forse potrei ambire anche a qualcosa di più rispetto alla biondina inglese, invece affogo tra singhiozzi che emergono tra le righe e frasi nelle quali non si capisce se sia superiore la stucchevolezza o la verbosità.
E' la "sindrome del giovane Werther", che (dopo aver letto il libro per la prima volta a 16 anni) mi si è disgraziatamente appiccicata addosso per sempre. Del resto, praticamente i 4/5 della letteratura mondiale esaltano la sofferenza e gli amori falliti o turbolenti, per cui l'equazione amore uguale depressione è scontatissima. Anche perché, diciamoci la verità, in un modo o nell'altro le esperienze amorose dell'adolescenza sono sempre e comunque fallimentari e dolorose, e già quello basterebbe ad insediare prepotentemente questo stereotipo nella testa di qualunque individuo. Solo che la maggioranza delle persone con il tempo va incontro ad un processo di maturazione e riesce a superare questo stupido preconcetto. Io, invece, mi ci sono attaccata tenacemente.
Listening to:
Dark matter - Andrew Bird
Etichette: Personale, Riflessioni
1 Comments:
Ironia? La accettiamo volentieri noi affezionati del blog!
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