lunedì, ottobre 13, 2008

Sentori

Giudicare qualcuno dalle sue scarpe, mi chiedo se sia una cosa saggia o se non sia invece un peccato mortale di intransigenza. Non mi credevo talmente superficiale. Del resto, però, un paio di Hogan parlano più chiaro di una tessera di partito: sono scarpe che io non comprerei mai, punto e basta. Ma è sufficiente per deplorarne il possessore senza avere la minima idea di chi sia in realtà? No, in effetti e infatti non deploro, ma forse non è solo perché mi rendo conto di quanto sarebbe miope farlo.
Intanto, mentre io guardavo quel paio di Hogan chiare, (credo fossero in suede ma non potrei giurarlo), incedere sul pavimento a grandi scacchi bianchi e grigi disposti in diagonale e mi fermavo proprio davanti al portone per evitare la collisione con chi imprimeva loro quel movimento, mi è arrivata addosso un'occhiata dall'alto in basso che non so se mi abbia inorgoglito o messo in soggezione. Forse un po' me l'aspettavo, ma non da un punto così sopraelevato rispetto alla sommità della mia testa. Lo facevo più basso. Che sia merito delle scarpe? Ma no, ma no, le ho guardate per bene e mica avevano i tacchi! Erano di quelle scarpe da uomo con la tomaia evidentemente solida, eppure morbida e raffinata, sormontata ai lati da quell'inequivocabile acca messa un po' di sguincio, scarpe costose, certo, status symbol di certa società bene, ma restano pur sempre un paio di normalissime calzature da uomo e non credo celassero qualche improbabile artificio, per così dire, "simil-presidenziale" al loro interno. Ad ogni modo, ad un certo punto ho avuto la sensazione, e forse perfino la certezza, che il passo rallentasse per fermarsi proprio lì, in quel punto in cui anch'io mi sarei dovuta fermare a causa dell'evidente ostacolo. Non mezzo metro prima, né mezzo dopo. E così pure io, per forza di cose, ho dovuto inchiodare per qualche istante le mie lerce Onitsuka Tiger prima di riprendere il cammino verso la luce quasi estiva fuori dal portone, e in quel momento di stasi ecco quello sguardo che da distanza siderale mi ha colpita al centro della testa mentre io frettolosamente ritiravo il mio verso il pavimento. Da un giorno cerco di interpretarlo, quello sguardo, ma avendolo solo sentito e non visto non saprei proprio dire e resterò col dubbio. Non è mica una tragedia in fin dei conti. Comunque, uscendo ho dato una controllata al mio riflesso ed ho scoperto di avere dei capelli terribili.


Listening to:
Nude - Radiohead

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6 Comments:

Blogger Bucaniere_Melee said...

Presa una cotta?

13 ottobre, 2008 23:13  
Blogger festina_lente said...

Ma no, era solo un modo di "romanzare" un po' una cosa successa domenica mattina.

14 ottobre, 2008 10:10  
Anonymous Anonimo said...

credo che giudicare qualcuno dalle scarpe che indossa sia banale...e tu banale non lo sei affatto...cmq non vedo l'ora di avere il tempo di chiamarti...tvb ammore...valina

14 ottobre, 2008 12:18  
Blogger festina_lente said...

"Ammore", hai svelato la nostra relazione segreta su internet!!! Per noi è finita adesso...

Scherzi a parte, non sempre giudicare dalle apparenze è sbagliato! Ti ricordi una certa persona, una certa sera, con minigonna inguinale, tacchi e scollatura imbarazzante? Chiunque l'abbia vista avrò pensato: BATTONA! E non è che non ci abbia preso...

14 ottobre, 2008 13:20  
Anonymous Anonimo said...

ahahahah...verissimo!!!che vergogna!! avevamo paura che la gente ci vedesse con lei!!!ahahah!!!xò hai preso un caso limite...io conosco tante BATTONE che si nascondono dietro quell'aria da ingenuotte...e la cosa allucinante è che in molti ci cascano!!!cmq la tipa di cui parli sembrava battona anche in tuta di ciniglia...quindi penso che spesso non sia importante cosa indossi ma 'come'...valina

15 ottobre, 2008 12:39  
Blogger festina_lente said...

Io avrei negato di conoscerla anche sotto tortura...che serata assurda! Per lo meno abbiamo riso!
Concordo sul fatto che quella ragazza sembrasse una professionista del passeggio da tangenziale qualunque cosa indossasse...

15 ottobre, 2008 15:32  

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