L'eleganza del riccio
Sì, è proprio così, un sempre nel mai.
Non preoccuparti, Renée, non mi suiciderò e non darò fuoco proprio a un bel niente.
Perché d'ora in poi, per te, andrò alla ricerca del sempre nel mai.
La bellezza, qui, in questo mondo."
(Muriel Barbery, L'Eleganza del Riccio, pp. 318-319)
Queste ultime righe le ho lette con estrema fatica, cercando di interpretare i segni confusi che vedevo attraverso la spessa patina umida che ormai aveva rivestito i miei occhi e aspettava solo che arrivassi alla fine per potersi finalmente staccare e colare giù. Quindi ho richiuso il libro, l'ho stretto forte tra le mani gelate, mi sono raggomitolata su me stessa come un gatto e ho messo la testa sotto la coperta perché il mio pianto sommesso risultasse ancora più attutito e nessuno in casa potesse sentirlo. Tutti erano già a dormire e non mi piace disturbare. Ma, soprattutto, avrei detestato essere disturbata. Non sopporto che qualcuno mi interrompa quando mi abbandono ad una commozione autentica e non riesco a piangere "in pubblico".
Avvolta nel buio caldo della coperta mi è sembrato di sentire un rumore cadenzato, come di passi dentro il cervello, ma era solo il mio cuore che, traboccante d'emozione, si era messo a galoppare. Sono rimasta così per dieci minuti abbondanti, incapace perfino di pensare, inchiodata dalla sensazione rara e preziosa di aver letto qualcosa che raccontava allo stesso tempo a me e di me. Pensavo di leggere un libro, invece stavo solo guardandomi allo specchio.
Listening to:
Il Paese è reale - Afterhours
Etichette: L'eleganza del riccio, Libri, Muriel Barbery, Personale, Riflessioni
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