martedì, novembre 08, 2016
La perdita che duole di più è quella di ciò che non si è avuto mai. Il rimpianto che si mescola al rimorso è la nostalgia nel suo abito più adatto, nella sua manifestazione più pura. Una malinconia del passato, del presente e del futuro in un eterno atemporale nel quale l'errore è sempre attuale e comunque sempre distante, dunque irreparabile. Un'assenza che, come dice il poeta, è per questo presenza più acuta, con i suoi fili che non si troncano. Si attorcigliano, s'ingarbugliano, ma non si spezzano, né mai si potrebbe desiderare che fosse diversamente, perché quello spazio rimasto vacante è un vuoto che riempie ed è il sigillo della propria identità più di quanto non lo sia il proprio volto.
1 Comments:
A corollario delle tue riflessioni:
"Che c'è infatti di più triste della vecchiaia del vizio, specialmente nella donna?
Essa non ha in sé nessuna dignità e non ispira interesse.
Quel continuo pentirsi, non di avere percorso una cattiva strada, ma
di avere sbagliato i propri calcoli e di avere mal impiegato il
proprio denaro, è una delle cose più tristi che si possano immaginare".
Alexandre Dumas, La signora delle camelie
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