Primum vivere, deinde philosophari
Dietro la finestra una pioggia igienica sciacqua via la sabbia africana portata dallo scirocco. Il distendersi dei rivoli sui vetri come un lavacro rituale purifica i pensieri. Il ticchettio irregolare delle gocce sulla ringhiera impone un ritmo convulso alla notte e in questo fare concitato di acqua che scende c'è quasi un invito all'azione. Il cielo cupo si è infine liquefatto, è finito il tempo dell'attesa. La pioggia monda la polvere rossastra incrostata e pare promettere un domani nuovo di zecca, immacolato. Un domani in cui potersi votare al fare, senza paralisi da analisi. Un domani non più teorico ma empirico, in cui a forza di tentativi ed errori si possa realmente rischiare di finire da qualche parte, invece di limitarsi a dettagliare fino alla più insignificante minuzia ineccepibili itinerari immaginari. Infischiandosene della rarefatta eleganza stilistica che è principio cardine della vita contemplativa, rinunciando alla composta raffinatezza dell'astrazione per risolversi a provare a cingere la vita in un abbraccio sghembo.
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L'oceano di silenzio - Franco Battiato
Etichette: Personale, Riflessioni
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