Giova tornare qui con ritrovata assiduità, a scrivere per provare a rintracciare il bandolo di questi giorni ingarbugliati. Infonde un vago senso di quiete avere almeno una piccola abitudine in questo rimescolarsi caotico delle tessere del puzzle della quotidianità. Ogni notte fermarsi a passare in rassegna i pensieri, cercando di individuare nuovi possibili equilibri o escogitare scappatoie. Riordinare le idee nell'unico modo in cui lo so fare, allineando sillabe in fila indiana e sperando che dal comporre e poi osservare questa processione di parole possa emergere quanto meno una consolazione, se una speranza è proprio impossibile. Gravida di desideri, paure, delusioni e incertezza, impegnarmi a partorire un racconto di questa tempesta. In ogni frase scaricare un grammo del fardello, alleggerirmi un po' l'anima e respirare a pieni polmoni se non altro per il tempo che mi serve a buttare giù poche righe. Ostendendo la mia anima in questo posticino viola, ancora una volta, come a ogni altra curva cieca dell'esistenza.
Listening to:
Fortunate child - Villagers & Nico Muhly
Etichette: Personale, Riflessioni
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