Mi capita a volte di avere momenti di particolare lucidità - come minuscole isole che galleggiano in un mare di elucubrazioni - e in queste istantanee illuminazioni vedo le cose come sono, non come io immagino dovrebbero essere e mi rendo conto di quanto sia brava a compensare la noia e l'insoddisfazione impacchettandole in una carta opalescente che copre bene ogni bruttura. Ma, nonostante mi compiaccia di questa dote, il "terrore" è sempre in agguato alle mie spalle e filtra tra le maglie mai abbastanza strette dell'illusione in cui mi sono avvolta per attutire il tintinnio delle mie lacrime. Aver trovato un palliativo non basta a debellare il morbo che mi infesta e la cura non è alla mia portata, benché mi sporga e allunghi le braccia. Sono al perenne inseguimento di qualcosa che si muove freneticamente, che fugge alla velocità della luce, e quando mi pare di essere finalmente riuscita ad afferrarne un lembo, si tratta semplicemente di un'appendice che viene immediatamente recisa ed avvizzisce tra le mie mani, che tornano rapidamente vuote e tremanti.
Sono una grafomane impenitente: se sono felice scrivo, se sono arrabbiata scrivo, se sono triste scrivo.
Scrivo perché mi viene naturale. Scrivo perché per me è più facile che parlare. Scrivo perché non sono capace di confidarmi altrimenti. Scrivo per passare il tempo. Scrivo per documentare i momenti salienti. Scrivo quando mi annoio. Scrivo quando sono piena di entusiasmo. Scrivo come forma di auto-analisi. Scrivo per lanciare messaggi in bottiglia, che - chissà! - potrebbero spiaggiarsi su rive sorprendenti.
Di professione sono una penna mercenaria: mi presto a creare per denaro qualunque tipo di testo su qualsiasi argomento. Ma il sogno è, un giorno, riuscire a scrivere per lavoro solo di ciò che voglio e che m'interessa.
Nel frattempo, quando ne sento la necessità, scarico un po' di zavorra cognitiva ed emotiva nella mia stanzetta viola virtuale, lo spazio più intimo e, allo stesso tempo, quello più pubblico che ho.
Perché metto i miei pensieri in piazza? Perché, per paradosso, comunicare con il mondo è meno imbarazzante che farlo a tu per tu.
1 Comments:
WWWUUUIIII!!!
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