La mente è una macchina del tempo. Vent'anni fa sembrano ieri. Le storie vissute. Quelle sognate. Quelle neppure immaginate per pudore o senso di inadeguatezza. Fantasmi che ci visitano dai Natali passati, presenti o futuri, eppure non hanno nulla di spettrale. Non c'è un solo contorno che sia sfumato. Persone a cui abbiamo detto addio. Commiati forzati. Saluti mai pronunciati. E ancora risuona l'eco delle risate, si percepiscono le canzoni un po' stonate cantate a squarciagola nelle sere d'estate sul lungomare e quelle davanti a uno specchio. Una gioventù stantia e fuori tempo massimo a cui restare aggrappati con le unghie, prima di rassegnarsi a buttarsi a capofitto in presunti "giorni di gloria" fatti di spiccioli successi quotidiani, che accomunano gli esseri umani dalla loro comparsa sulla Terra.
Non che ci sia davvero qualcosa a cui attaccarsi, niente di luminoso o indimenticabile, se non quel senso rotondo di possibilità, che nel tempo si è poco a poco ristretto. Oggi è solo un puntino, forse poco più, ma allora era come una licenza di inventarsi, di pensarsi e immaginarsi diversi da tutti.
Ci vuole una perseveranza speciale per aspettare il proprio momento, se tarda all'appuntamento. Qualcuno ha detto che, se fai qualcosa abbastanza a lungo, prima o poi il tuo tempo arriverà. Era certamente qualcuno con molto più talento, molta più intelligenza, molta più passione, molta più motivazione, molta più determinazione e risolutezza di me. Io penso di avere lo stomaco giusto per un altro giro. Poi con un mezzo inchino lascerò la giostra. Non penso mi sarà possibile sopportarne la vista mentre continua a girare senza di me. Non credo riuscirò a distrarmi, come fanno altri, perdendomi in diversivi fino a dimenticarne perfino l'esistenza.
Dovrò imparare a sopravvivere alle mie promesse mancate, rassegnarmi a giocare con la mano di carte che ho, finalmente arrendermi a soluzioni non originali, forse. O più probabilmente, se mi cercherete, sarò a letto sperando di consumare nel sonno questi "giorni di gloria".
Listening to:
Glory Days - Pulp
Etichette: Personale, Riflessioni
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