Wasting time...
quanti giorni,
quanti sbagli!
E' un tardo pomeriggio di questa falsa primavera che odora già di estate e i conti non tornano. La cornice è perfetta, neppure un grande sceneggiatore avrebbe potuto fare di meglio, eppure la fabula è confusa e contraddittoria.
Non ho idea di cosa preveda per me il copione, di quello che mi sia richiesto di fare e anche se l'avessi non so se avrei l'incoscienza necessaria per farlo. Non sono abbastanza scafata per bluffare, non sarei credibile e, stando così le cose, è concreto il rischio che facendo anche solo un mezzo passo falso, diventi vulnerabile come un insetto. Che potrebbe essere spiaccicato senza troppi rimorsi. La chiave di tutto, ancora una volta, sarebbe l'autostima: me ne basterebbe solo un pizzico e forse ogni cosa sarebbe diversa, non avrei tante ritrosie e remore, riuscirei a non sovradimensionare le cose, a non fare sempre tutti questi errori, a non avere un timore irrazionale di svelare qualcosa di me. Invece, sono patologicamente insicura e so già che questo mi impedirà di prendere in mano la situazione e continuerò a frapporre diaframmi tra me e tutto il resto perché ho paura dell'impatto con le cose e sciuperò il momento opportuno, qualora si presentasse, trincerata dietro qualche scudo difensivo.
Devo smetterla di dire che le cose mi vanno sempre per il verso storto se sono io a dare loro una spinta in quella direzione. E che le strade sono tutte in salita se sono io a sbagliare percorso.
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Un romantico a Milano - Baustelle
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