domenica, maggio 31, 2009

Non accontentarsi

Ho avuto una grande rivincita sul mondo e la saggezza cinica di chi consiglia di dubitare sempre, di mettere da parte idealismi infantili e sogni per evitare di cozzare troppo violentemente contro gli spigoli vivi dell'esistenza. I fatti hanno dimostrato finalmente che lasciare che ci sia qualche feritoia tra scaglia e scaglia della corazza e fare in modo che il disincanto non sia mai rotondo come un guscio, perché l'illusione e la speranza filtrino sempre e tengano aperta la strada alle staffilate carezzevoli della gioia, non è un atteggiamento altezzoso, ingenuo o stupido. Perciò, anche se sembrerà quasi assurdo affermato da me, mi sento fortunata ma anche meritevole: quello che ho adesso l'ho coltivato in anni e anni d'attesa fiduciosa passati a pretendere l'ideale e schivando le facili lusinghe del possibile, anche a rischio di non trovare mai.

Listening to:
Effigy - Andrew Bird

Etichette: ,

lunedì, maggio 25, 2009

Arcobaleno

Ero come una bambina alle prese con una difficile caccia al tesoro per ricomporre una scatola di pastelli che qualcuno aveva sparpagliato. Adesso ho quasi completato la gamma dei colori. Si fa molto più in fretta e meglio quando qualcuno ci dà una mano.

Listening to:
Moonlight mile - The Rolling Stones

Etichette: ,

sabato, maggio 16, 2009

Giù le maschere

Al di là di tutto, la più grande conquista di questo periodo è la libertà di essere me stessa, l'esprimermi pienamente e non adattarmi all'etichetta che mi viene assegnata. Negli anni sono stata tutto e il contrario di tutto, la gente ha pensato ogni cosa possibile di me e io non mi sono mai presa la briga di contraddirla: probabilmente, se chiedessi a tutti coloro che mi conoscono di descrivermi non si troverebbero due ritratti uguali. Non che abbia mentito, solo ho omesso di spiegare chi io sia veramente, per comodità e timore che mi si lasciasse ammuffire nel mio angolo. Si facevano delle supposizioni sul mio carattere e il mio passato ed il silenzio con il quale rispondevo era interpretato come un assenso. Anche qui, anche su questa pagina, spesso l'effusione diaristica più autentica si è mischiata con travestimenti vari - forse per pudore o per non tradire le aspettative - e quando è stata del tutto vera è stata sempre criptica, al limite dell'inaccessibile, perché ho sempre cercato di proteggere il mio cuore dagli sguardi, come un frutto protegge il suo nocciolo.
E adesso, invece, il mio cuore l'ho esposto e ho detto e dico le confessioni più intime e sono Maria, come non ero mai stata prima se non con me stessa, offrendo anche i tentennamenti, i tremori, le ritrosie e le insicurezze che prima ho sempre dissimulato.

Listening to:
L'animale - Franco Battiato

Etichette: ,

venerdì, maggio 08, 2009

Un punto all'infinito

Uno dei primi postulati che ci vengono insegnati quando studiamo la geometria è che le rette parallele non si incontrano. Fino a quando non ci si imbatte nella geometria non euclidea, questo concetto resta inciso nel nostro cervello come una certezza assoluta: ci sono cose che non sono destinate a confluire in nessun caso, un po' come i binari di un treno. Crescendo ci spiegano che quello che ci hanno insegnato non è del tutto vero, che c'è uno spazio, lo spazio proiettivo, nel quale invece sì, le rette parallele si incontrano, solo che le coordinate del punto in cui confluiscono non possono essere determinate; si dice che è un punto all'infinito.
Ho sempre avuto difficoltà ad accettare la geometria iperbolica, a capirla fino in fondo, perché l'infinito è un concetto talmente vago e inafferrabile che ho sempre dubitato dell'esistenza di questo fantomatico punto, pensando che in fin dei conti fosse solo una comoda convenzione per modellizzare lo spazio così come appare all'occhio umano. E, in effetti, in geometria è esattamente così: il punto all'infinito non esiste se non ipoteticamente.
Anche nella mia vita ci sono state tante cose che viaggiavano su rette parallele e sembravano confermare perfettamente il postulato euclideo, cose che ero certa fossero destinate a non convergere mai, a conservare sempre la stessa distanza lungo il percorso in solitaria a cui erano inevitabilmente condannate; negli ultimi cinque mesi mi sono dovuta ricredere, perché ho scoperto che per me c'è davvero un punto in cui affluiscono le cose che non era nemmeno logico sperare che si incontrassero. Adesso so che il punto all'infinito esiste, inequivocabilmente. Io l'ho tenuto per mano, mi ha tenuta per mano, e lo spazio improvvisamente ha acquistato un senso del tutto nuovo e una nuova prospettiva.

Listening to:
O último romântico - Caetano Veloso

Etichette: ,

mercoledì, maggio 06, 2009

Disequilibri

L'anima può dimagrire e io mi alleggerisco un po' ogni giorno. La paura lentamente può diventare soltanto un sottofondo appena udibile, soffocata da un senso di gratitudine che progressivamente si spande come una schiuma e riempie crepe e fessure. Tutto sarebbe perfetto se non restasse quel senso di colpa residuo a ricordare che la bilancia pende sempre troppo nettamente dalla mia parte e chissà quanto debba essere avvilente sopportare tutti i miei indugi, i costanti imbarazzi, i monosillabi, le reticenze, il mio orologio, gli occhi che sistematicamente sfuggono...

Listening to:
Non è per sempre - Afterhours

Etichette: ,

sabato, maggio 02, 2009

"La felicità si racconta male perché non ha parole..."

Sarà che inizio ad avere una parvenza di vita normale, ma la mia voglia/necessità di postare sul blog tocca i minimi storici. Molto meglio così.

Listening to:
Lord only knows - Beck

Etichette: ,