domenica, agosto 26, 2007

Per te (tu sai chi sei...)

Mi hai comunicato una brutta notizia. Un autentico fulmine in un cielo che sembrava lentamente rasserenarsi. E mi sono sentita distante ed impotente. Mi dispiace, davvero. Ma dirlo non basta. Faccio quello che mi chiedi, ma mi sembra troppo poco. Vorrei essere con te e confortarti, provare a strapparti un sorriso o un sospiro, invece posso solo lasciare scorrere i miei pensieri e cercare di acchiapparne qualcuno e trasporlo su questa pagina viola. So che mi leggi e capisci sempre. So che leggi con discrezione ed affetto, perché sei un'amica vera. E ti meriti un post tutto tuo. Lo scrivo sperando che possa essere di buon augurio, e per ringraziarti. Di tutto. Per le risate e le discussioni interminabili su in lavanderia, per i preziosi consigli, per le passeggiate, per il sorriso di Pollon, per le lenzuola stese assieme, per i caffè da Alice, per il balletto in ascensore, per quella sera in cui mi hai dimostrato che, come dici tu, bisogna avere "le palle". E ti ho ammirata e ti ammiro. Provo a seguire i tuoi insegnamenti, anche se a volte sono un po' maldestra.
Non ti meriti niente di quello che ti sta accadendo, ma la vita è subdola ed ingiusta. Vorrei sentirmi meglio nel dirlo, ma non è così. Essere consapevole dell'assurdità ed ineluttabilità del destino non contribuisce a renderlo meno insopportabile nel suo avventarsi furiosamente. Eppure noi piccoli esseri impotenti non possiamo far altro che accettarlo, o provare timidamente a combatterlo. L'unico modo di arginarlo è fare delle provviste, accaparrarsi quanta più imbottitura possibile, quanti più sostegni possibili e provare ad essere forti. E tra le mie provviste tu occupi un posto privilegiato. So che per te è lo stesso ed è esattamente questo che mi fa sentire distante, impotente e che mi rattrista.


Listening to:
If I ever feel better - Phoenix

P.S. Vedi? Anche la colonna sonora del post è per te.

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sabato, agosto 25, 2007

"What is left of a man and all his pride but bones?"

Grondando copiosamente sudore (so che non è una bella immagine, ma è la verità), mi sono messa finalmente a fare ordine nella mia libreria. Operazione necessaria da tempo e troppo a lungo rimandata per eccessiva pigrizia. Mentre attendevo a questa occupazione mi è tornato tra le mani un libretto giallo della Newton contenente le poesie di Jack Kerouac e nello sfogliarlo ho riassaporato una ventata dei miei sedici anni. Niente male.
In un certo senso provo un affetto sincero per Kerouac, per il suo modo di cercare di descrivere l'ineffabile, per quell'idea di opera d'arte come sforzo collettivo di un gruppo di amici (lui, Allen Ginsberg e Neal Cassidy), per il fallimento e l'abbandono di questa idea. Lui ha vagato, ha sbagliato, ha scritto, si è pentito, ma sempre e solo dopo aver esperito le proprie idee e teorie.
Quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario della pubblicazione di On the Road, romanzo che nonostante tutte le critiche che - anche giustamente - gli si possono muovere, segnò una svolta. Per una intera generazione.

"Dying is ecstasy.
I'm not a teacher, not a
Sage, not a Roshi, not a
writer or master or even
a giggling dharma bum I'm
my mother's son & my mother
is the universe --
What is the universe
but a lot of waves
And a craving desire
is a wave
Belonging to a wave
in a world of waves
So why put any down,
wave?
Come on wave, WAVE!
The heehaw's dobbin
spring hoho
Is a sad lonely yurk
for your love
Wave lover

And what is God?
The unspeakable, the untellable..."
(Lucien Midnight, l. 1-23)

venerdì, agosto 24, 2007

Maria e la sua coscienza: dialogo surreale (Atto unico)

Potrei seguire il suggerimento di Fab e scrivere un post sull'anonimo commentatore di ieri, ma ho già detto la mia e, inoltre, ritengo che gli imbecilli debbano essere ignorati. Silenzio e disinteresse: ecco il rimedio più adatto. Se in Italia lo avessimo adottato un po' più spesso forse oggi i vari Corona, Gregoraci e compagnia bella, sarebbero già caduti nel dimenticatoio, invece siamo riusciti a far sì che tirassero su un bel po' di denaro in seguito (e a causa) delle loro vicende giudiziarie. Aveva ragione da vendere la lungimirante signora Louise Veronica Ciccone in Ritchie: l'importante è che se ne (s)parli. Loro hanno appreso perfettamente la lezione, non c'è che dire. La mia politica, però, è differente e lascio l'episodio privo di ulteriori, inutili, annotazioni; chi legge potrà farsi un'idea da sé e giudicare di conseguenza. Se mi è concesso il bisticcio di parole, quel commento si auto commenta.
E voltiamo pagina.

Io: Mi dica dottore, è grave desiderare ardentemente di trovare un motivo che renda insopportabile il ritorno a Torino?
Dottore: Beh, signorina, certo non è una cosa da poco...ma lei cosa vorrebbe trovare?
I: Devo proprio spiegarle tutto?
D: Se non le va...ma sarebbe preferibile...
I: Ha detto bene, non mi va.
D: Si rende conto che se mi tiene all'oscuro non potrò aiutarla? Perché è venuta qui se non ha intenzione di dirmi nulla?
I: Per parlare un po' e non ho mai pensato che avrebbe potuto essermi d'aiuto. Oh, l'ho offesa; mi scusi.
D: Andiamo, non è nulla! Si figuri.
I: Ad ogni modo, il problema è che sono del tutto consapevole di dover obbligatoriamente tornare a Torino e non è che non ne abbia voglia...è...beh, insomma...io ci voglio tornare perché devo terminare l'Università e non mi sognerei mai di abbandonare...
D: Allora, scusi, perché vorrebbe che il ritorno diventasse più difficile da sopportare?
I: Sono masochista secondo lei, eh? No, un motivo c'è e mi creda, è più che valido. Fa lo stesso se lo tengo per me? Sa, non penso che lei sia la persona più adatta con cui confidarmi...senza offesa.
D: Scusi la franchezza, ma perché non se ne va se non ha nulla da dirmi?
I: Perché qui c'è l'aria condizionata!
D: ...

Listening to:
L'animale - Franco Battiato

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mercoledì, agosto 22, 2007

Libri, parte I (infanzia)

Il primo libro che ho "letto" era un cartonato che si intitolava Le Ruote Corrono: consisteva in una serie di filastrocche sui mezzi di trasporto (auto, moto, bici, camion...), con relative illustrazioni che in corrispondenza delle ruote avevano dei buchi concentrici nei quali potevi infilare le dita per voltare le pagine. Mi ispirò molto, tanto che il primo lavoro che sognai di voler fare "da grande" fu l'autista di betoniera; altro che maestre e ballerine! Questo libro l'ho rivisto di recente in una libreria di Torino e devo dire che la cosa mi ha emozionato parecchio, oltre a farmi intuire che all'ombra della Mole non ci deve essere un grande smercio di libri per l'infanzia.
Io e mio fratello ne avevamo anche un altro, di cui al momento mi sfugge il titolo, che trattava del diluvio universale e dell'Arca di Noè. C'erano tutti gli animaletti disegnati e tra di essi si intravedeva una strana figura che si intrufolava sull'imbarcazione e sulla quale in quegli anni congetturai per pomeriggi interi e che da grande stabilì essere il solenne deretano di un coniglietto giallo e rosa, con tanto di coda a batuffolo.
Il salto di qualità dai libri cartonati - e dalla mega raccolta di strisce di Paperino - a quelli "veri" avvenne con una collana della Mursia. Ricordo ancora il simbolo: un pulcino nero, una specie di Calimero senza guscio d'uovo sulla testa, seduto a leggere un libro rosso. Le pagine di ogni libro emanavano un profumo diverso. Il primo che mi fu regalato, (non ricordo da chi, però), aveva i bordi della copertina verdi con tante impronte di pulcino bianche stampate sopra. Si trattava de Il Giardino Segreto, che lessi e rilessi fino ad impararlo a memoria. Poi arrivarono La Piccola Principessa, con la copertina dai bordi rosa e una versione ridotta de L'Iliade, con bordi turchese. Nacque allora la mia passione per l'epica ed Omero, in particolare.
Tra un libro di favole e l'altro, arrivò poi l'incontro con il primo autentico libro per ragazzi. Avevo otto anni e il morbillo, difese immunitarie distrutte e, di conseguenza, umore ai minimi storici. I Ragazzi della Via Paal fu una prova durissima da superare. Il finale (che non svelo, non si sa mai che a qualcuno venga voglia di leggerlo), mi spezzò il cuore e con la fronte calda come una stufetta e il corpo devastato dall'esantema, piansi per un pomeriggio intero. Il passo successivo fu la saga completa di Piccole Donne, che avevo ereditato da mia madre. Come tutte le bambine di tutte le epoche, anch'io mi immedesimavo in Jo March e fantasticavo su Laurie. Beh, tutte le bambine tranne mia madre, che mi confessò di preferire Beth. Questo potrebbe dare un bel po' di lavoro ad uno psicologo: perché mai proiettarsi proprio in quel personaggio? Perché mai scegliere l'unica sorella che muore? E dire che lei era dolce e suonava il pianoforte non basta a riscattarla, per lo meno non nella mente di una bimba. Ma questa è un'altra storia. Magari un giorno ci scriverò su un post.
Dopo una serie di libri che non mi segnarono, (tranne Il ritorno di Lady Oscar che tutt'ora conservo e sfoglio spesso), la mia "infanzia letteraria" si esaurì presto.
Mio padre è da sempre un accanito sostenitore dei libri e non ha mai posto veti sulle nostre letture, così, noi figli, benché fanciulli, potevamo andare nel salotto di casa e prelevare dalla sua grande libreria qualunque volume che ci sorridesse. Fortunatamente non ha mai posseduto Il Delta di Venere, e L'Amante di Lady Chatterley all'epoca era relegato in doppia fila.
Il primo dei miei libri da adulta fu Il Vecchio e il Mare, il quale diede avvio alla mia storia d'amore platonico con Ernest Hemingway, che prosegue tutt'ora. Eppure, non fu questo a rappresentare il discrimine tra le mie letture di bimba e quelle di adolescente. Infatti, non appena lo terminai mi tuffai tra le pagine di Siddharta di Hesse, più che altro perché mi ispirava il titolo, credo. Lo lessi per intero e tutto sommato credo di averlo capito (benché non mi abbia entusiasmata), ragion per cui mi accorsi che dovevo passare stabilmente alle letture più "impegnate" e che, per quanto concerneva la letteratura, non avrei più avuto molto in comune con i miei coetanei. Avevo dieci anni e l'infanzia mi faceva ciao ciao con la manina mentre si allontanava da me a gran velocità.

Listening to:
Hypnotize - The White Stripes

martedì, agosto 21, 2007

The Big Sister

L'ultima mia assurda mania è cercare di "smascherare" tutti i lettori del mio blog e per fare ciò il contatore di ShinyStat si è rivelato da tempo una fregatura colossale, così ne ho piazzato uno nuovo che è senza dubbio più adatto allo scopo. Il problema è che per me ci vorrebbe Echelon, ma non credo che mi consentirebbero di utilizzarlo per tale insulso fine. Il difetto del nuovo contatore è che pur essendo molto più dettagliato dell'altro, non raggiunge il livello di precisione che desidero: rimane sempre il problema degli IP dinamici e la città di provenienza dei visitatori non è mai quella giusta. Ma, a dirla tutta, anche se venissi a conoscenza perfino del codice fiscale di tutti coloro che passano dal blog le cose non cambierebbero poi molto: non posso impedire alla gente di accedere, né posso costringere quelli che non lo fanno.
La verità è che al pomeriggio non ho mai niente da fare. Qui di solito a quest'ora la gente va al mare e le strade sono pressoché deserte e a me, notoriamente allergica alla spiaggia, non resta che annoiarmi tra una lettura distratta e un cruciverba senza schema aspettando la sera, quando finalmente esco a prendere un po' d'aria. Così mi sono inventata questo diversivo. Penoso, eh?

Listening to:
Senza far rumore - La Crus

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lunedì, agosto 20, 2007

Fuori tempo

Possibile che il mio mondo stia precipitando in picchiata verso il centro della terra? Possibilissimo, certo. Ma perché sempre a me? Beh, forse qualche indizio ce l'ho già. Guardo la mia libreria e vedo le mie cose in disordine sparso: se non sono brava a dare una coerenza neppure agli oggetti come pretendo di riuscire a sistemare la mia vita in un modo accettabile? Manco di punti di riferimento, di linee guida, e probabilmente sono disperatamente priva della voglia di trovare equilibri, seppur momentanei. Non so se sia perché mi piace il rischio, ma adoro stare in bilico, galleggiare a mezz'aria con la matematica certezza di uno schianto imminente. E la perenne impressione che il buono debba tenersi sempre ad una distanza di sicurezza da me per una volontà superiore, non mi disturba poi così tanto; probabilmente perché conosco la sublime dignità della disperazione e guardo con una punta di diffidenza il suo contrario, che mi appare sempre così banale ed indesiderabile. Sì, lo ammetto, è la presunzione che mi frega. L'ho nutrita con dosi massicce di film e romanzi, di dischi, di poesie, dai quali la normalità "vera" è sempre rimossa, o per lo meno abbellita con qualche vicenda insolita, e mi sono convinta che ogni vita debba essere diversa e inimitabile. Sotto sotto sono come i dandy di fine ottocento. Sono una rappresentante ritardataria dell'estetismo. Walter Pater sarebbe stato orgoglioso di me, suppongo.

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Title track - Death Cab for Cutie

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domenica, agosto 19, 2007

Ho perso la bussola

Non so chi sono, non so dove vado; in definitiva, non so più nulla. Sfumo nella luce di un imminente tramonto che si intuisce in fondo alla discesa.

Listening to:
Fred Jones, Part 2 - Ben Folds

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sabato, agosto 18, 2007

Eppur si muove!

...Un piccolissimo aggiornamento solo per comunicare a tutti che verso le 16:05 c'è stata una scossa di terremoto di grado 4.1 della scala Mercalli, con epicentro situato proprio nel Golfo di Milazzo. Niente di sconvolgente, però, ci siamo abituati: qui in Sicilia la terra è abbastanza "ballerina" e le scosse sono normale amministrazione...

Hide and Seek

Questo paese è un gigantesco campo da gioco, teatro mutevole di un nascondino infinito. Ho finito di contare da tanto, e da troppo vago e sposto massi ed apro porte e cerco in angoli bui e dietro tende e muretti, ma non riesco a trovare. Il gioco mi ha stancata, arranco, mi trascino. Ho visto il sole tramontare e sorgere e poi di nuovo tramontare e poi di nuovo sorgere, centinaia di volte. E mai nessuno è venuto a richiamarmi, a dire «La cena è pronta, torna a casa, basta giocare!».
In fin dei conti la verità è che non ho nessuna voglia di abbandonare il campo, che ho bisogno di continuare a giocare senza sosta, perché non riesco a smettere di coltivare una fragile speranza di riuscire prima o poi a trovare. E il tempo non mi manca, almeno credo.

Listening to:
Suggestionabili - Paolo Benvegnù

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venerdì, agosto 17, 2007

Maria e la consapevolezza, ovvero quando i neuroni smettono di scioperare

"Se potessi incontrarti ancora
avrei poche cose da dirti
altre da darti
ma non so in quale posto venire a cercarti..."

Eccomi qua, piccola piccola, rannicchiata in un cantuccio di disillusione. L'equazione che sembrava irrisolvibile, il mistero che appariva insondabile: tutto ha trovato una collocazione ed una chiave di lettura, una soluzione. E non è che ci volesse poi molto, bastava che mi dessi la possibilità di ragionare per qualche istante. Se non fossi così rattristata mi verrebbe da sorridere di me stessa e di questa tenera ingenuità così bambinesca. Invece, vedo addensarsi nuvole nere all'orizzonte ed anche se la cosa più saggia da fare adesso sarebbe chiudere definitivamente questo capitolo ed affidarsi al futuro, voltare pagina sembra richiedere una forza titanica, come se il foglio fosse di piombo, e le mie mani tremano per il peso finché non desistono. In effetti, la virtù che più mi manca è la rassegnazione, ma quella non la vendono al mercato e conquistarla sembra essere al di sopra delle mie possibilità. Mi sento mutilata, privata di qualcosa che è necessario alla mia fisiologia e che, tuttavia, non mi è stato dato e non mi è dovuto; a partire da questi presupposti la rassegnazione sembra un'entità chimerica.

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Se potessi incontrarti ancora - Riccardo Sinigallia

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mercoledì, agosto 15, 2007

Caldo e miraggi

Il riflesso di una figura sul vetro della sala da pranzo di casa di mia nonna. Un'immagine nitida. Ma ultimamente sono talmente poco lucida che potrei anche aver immaginato ogni cosa, anzi, è probabile che abbia avuto una visione. Ad ogni modo, sia che fosse qualcosa di reale, sia che si trattasse del frutto della mia fantasia, l'accaduto ha contribuito ad invischiarmi ancora di più in un passato che francamente inizia ad essere troppo stretto e a tratti opprimente. Rimpianti, rimorsi e tutta una galleria di sentimenti contrastanti sono allineati e si stagliano minacciosi contro lo sfondo di una parete spoglia. E sopra a tutti aleggia la sensazione di qualcosa che è rimasto a metà, di una figura imprigionata nel marmo che attende la mano sapiente dello scultore per essere liberata dal superfluo ed assumere una forma definita. Di più, l'idea che debba esserci un altro finale, che non sia accettabile che tutto avvizzisca in questo modo, perché vorrei riconciliarmi con il passato e ci sarebbero ancora mille frasi da dire, non foss'altro che per spiegare cose che sembravano campate in aria.
Così il Ferragosto è scivolato via soffocato dal caldo e da mille congetture ed elucubrazioni, più dannose che altro; e ciò che rimane dopo tutto è una voglia pungente di capire e di vedere, e chissà cos'altro, chissà se avrò mai il coraggio di ammetterlo, di definirlo, di osservarlo in maniera obiettiva.

Listening to:
The dreaming tree - Dave Matthews Band

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martedì, agosto 14, 2007

Domande retoriche

Quanto sarebbe squalificante ammettere che vorrei poter credere agli oroscopi? Se ben due astrologi promettono la stessa cosa e nel medesimo periodo, questo ha un significato? Due indizi fanno una prova? O sono solo la prova di quanto io sia stupida? E' sensato affermare di non credere all'oroscopo e leggerlo ogni mattina? Sto diventando patetica? O lo sono sempre stata? E se questa situazione fosse una mega-punizione cosmica? Un mio personalissimo supplizio di Tantalo magistralmente architettato?

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Un matto - Morgan

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lunedì, agosto 13, 2007

Buoni propositi

Basta malinconia; ho deciso. Da oggi si cambia, del resto è lunedì, il giorno più propizio per le svolte epocali. L’avrò detto almeno mille volte, ma adesso faccio sul serio, lo giuro: chiudo per sempre con il cattivo umore. Se non altro ci provo; mettiamola così, che è meno fantascientifica…
Ho quasi ventiquattro anni e una safena che già inizia a fare i capricci, guardandomi allo specchio vedo crepe e segni di cedimento da ogni parte e se continuo pure con questo pessimismo le mie speranze di realizzare anche solo una minima porzione dei miei sogni di bimba sono davvero destinate ad avviarsi verso il bagno e finire annegate dallo sciacquone. Finezze a parte, la triste verità è che visto che l’apparenza è fondamentale, (nonostante quello che si ci affanna a dire di solito), bisogna che mi dia una mossa prima che la forza di gravità vinca la propria battaglia con le “parti molli” del mio corpo e, a giudicare dallo stato dei miei tricipiti, non posso prendermela molto comoda. Forse sarebbe il caso di smettere di rinviare all’infinito l’appuntamento con il Signor Sport, ma decisamente non è il mio tipo.
Nel frattempo, per cercare di salvare il salvabile e tamponare l’emergenza principale, ho iniziato una cura di integratori che dovrebbero convincere la mia circolazione a recedere dalla decisione di optare per il prepensionamento dopo meno di ventitré anni di onorato servizio. Praticamente devo mandare giù una capsula celeste-azzurra di dimensioni mostruose e di odore poco confortante ogni giorno, nella speranza di riuscire a doppiare la boa dei trent’anni con gambe ancora presentabili; chi vivrà, vedrà. Io non mi faccio illusioni.

E’ curioso – no? – come questa volta i miei propositi di iniziare una nuova vita più ottimista, serena e con meno complessi siano durati meno del tempo necessario a concludere un post…

Listening to:
Creep - Radiohead


EDIT (13:46):
Caspita! Devo ricordarmi di non cancellare frasi a vanvera, di rileggere sempre quello che scrivo e di non fidarmi dello spell checker di Blogger.com...
Scusate per gli esiziali refusi. Spero di aver rimediato a tutti.

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sabato, agosto 11, 2007

...

Nella mia camera scarsamente illuminata ascolto Tom Waits. Una delle poche certezze che mi restano. E' un periodo strano, mi sento ripiombare in quello stato di insicurezza che ha caratterizzato la mia adolescenza e sento di perdere lentamente quel poco di contatto con la realtà che avevo faticosamente conquistato negli ultimi anni, come se tutto intorno si sgretolasse inesorabilmente. Avverto in modo opprimente lo scorrere del tempo, la necessità di fare qualcosa che dia un senso a tutto, l'urgenza di risposte. Sembra che ogni cosa vada per il verso sbagliato e non riesco ad avere alcuna influenza sugli eventi, come se fossi l'impotente timoniere di una nave che si trova impelagata in una tempesta che la sbatte da una parte all'altra.

Listening to:
Red shoes by the drugstore - Tom Waits

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venerdì, agosto 10, 2007

Desiderando

Stanotte dovrebbero cadere le stelle. Io le avrei guardate volentieri, se non fosse che stamattina mi sono svegliata e il cielo era praticamente bianco; un uniforme tappeto di nuvole. Adesso è migliorato un po', ma non c'è da illudersi troppo. Peccato. Avrei tanti e tali di quei desideri in sospeso...o forse no, non così tanti, per lo meno non tutti ugualmente importanti ed urgenti.

Sul Venerdì de La Repubblica di oggi il mio oroscopo settimanale promette a breve un incontro epocale ed io, benché non creda agli oroscopi, mi chiedo se potrebbe trattarsi di un rincontro, nel qual caso sarei felicissima di abdicare al mio scetticismo nei confronti dell'astrologia, ma ancora una volta non mi faccio illusioni. Inoltre, la previsione mi suggerisce anche di eliminare i "rami secchi", il che potrebbe sottintendere l'esatto contrario di ciò che io vorrei leggere tra le righe...


Listening to:
Galapagos - The Smashing Pumpkins

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mercoledì, agosto 08, 2007

Accordi

Malgrado tutto ho questa stupida abitudine di congetturare sulle coincidenze e di credere che siano lì a significare qualcosa in un disegno ben preciso. Forse perché sono ingenua e mi riesce difficile pensare ad un destino beffardo al punto tale da illuderci invano. Credo in un'architettura universale molto simile alla musica, all'armonia e al contrappunto, in cui i rapporti tra gli esseri umani sono governati da leggi che mirano ad una combinazione piacevole delle persone, non alla disarmonia e solo sporadicamente alla dissonanza. Credo che le coincidenze siano il segnale per riconoscersi e combinarsi per formare armonici perfetti. E lo credo nonostante tutto ciò manchi di evidenza, lo credo benché tutte le prove che ho raccolto siano apparentemente avverse alla mia tesi.

Listening to:
Meravigliandomi del mondo - Luca Madonia e Carmen Consoli

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martedì, agosto 07, 2007

Backwards

Un’accozzaglia indefinita di colori, contorni che non sono più delineati, una patina di polvere a ricoprire e complicare il processo di decifrazione di un’immagine sempre più pallida, seppellita negli anditi più remoti della memoria, inutile e dimenticata senza alcuna macerazione interiore. Un’antiestetica appendice recisa senza esitazione. Probabilmente l’oblio ha già portato a termine il proprio lavoro e quella figurina pallida non può beneficiare neppure dell’essere sporadicamente accarezzata con la memoria in momenti di particolare nostalgia del passato. E a far da contraltare a tutto ciò, l’idealizzazione e la malinconia di chi da qui, da lontano, sospira ancora…
Benché mi sia illusa lungamente non sono libera. Ma, mi viene da chiedermi se sbarazzarsi del tutto del passato, per quanto scomodo e ingombrante sia, possa essere una soluzione; e, se anche fosse, una soluzione a cosa? E vorrei davvero risolvere tutto? Perché i tentennamenti che ho avvertito anche nei momenti in cui credevo di aver raggiunto il massimo della risolutezza lasciano intendere ben altro che la volontà di iniziare un cammino che non sia sempre e solo a ritroso.

Listening to:
Song 2 - Blur

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lunedì, agosto 06, 2007

Anni fa...

Scrivevo di notte anche allora. Sedevo alla mia scrivania e con una penna colorata tracciavo segni su un foglio bianco, illuminata dalla luce fioca della lampada da tavolo che proiettava un'ombra scura sul muro alle mie spalle. Trascorrevo le notti pensando e trasponendo in parole e frasi ogni cosa. Non ero l'unica. Ma io sbagliavo destinatario. E adesso sbaglio momento, anche se sono certa di non essere l'unica neppure in questo frangente. Il brutto è che ho perso gran parte della spensieratezza e della fiducia che avevo nel passato; mi resta una smorfia leggera a testimonianza dell'amarezza per ciò che è assente e la triste consapevolezza dell'inutilità di qualunque cosa faccia.

Listening to:
Out on the weekend - Neil Young

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sabato, agosto 04, 2007

Nostalgia

Nelle pareti, all'orizzonte, nel profilo del promontorio, nelle stelle che punteggiano il cielo notturno, in ogni alito di vento, nella risacca delle onde, nei lastroni di pietra nera del lungomare, nell'odore di salsedine, nella polvere, negli edifici, nei rimbalzi di un pallone...e mi divora.

Listening to:
She's only happy in the sun - Ben Harper

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mercoledì, agosto 01, 2007

Agosto

"...like a crack in a wall
starting small,
and grow in time..."

Ritorna agosto, come ogni anno. Ritornano echi del passato, ombre, baluginii, ma soprattutto ricordi. Ricordi talmente insinuati sotto la pelle che ogni tentativo di rimuoverli si rivela vano. Ogni volta sembra che al loro posto si formi del tessuto cicatriziale perfettamente sano, ma poi, neppure troppo inattesa, si ripresenta la recidiva.
Ricomincio a girare lo sguardo nervosamente sperando di cogliere un bagliore che da troppo tempo è diventato una chimera, ma questa volta con un intento diverso: è la curiosità a spingermi, la voglia di vedere cosa sia stato capace di fare il tempo, cosa abbia travolto e cosa abbia rispettato. E' la voglia di aggiornare un file che da troppo giace abbandonato in un angolo polveroso della memoria. E forse è anche la voglia di essere rivista, non solo quella di rivedere.

Listening to:
Older chests - Damien Rice

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