giovedì, giugno 26, 2008

Facciamo il punto

I rifiuti sono ancora tutti per le strade della Campania e adesso anche in provincia di Agrigento si prospetta una bella crisi per l'esaurimento della discarica attualmente utilizzata. La Corte dei Conti ha ammonito il Governo circa l'impossibilità di tagliare le tasse senza dare un importante colpo di accetta alla spesa pubblica, altrimenti il debito continuerà a crescere smisuratamente: ma senza soldi i Comuni e le Regioni che faranno? I consumi non sono mai stati così bassi da anni e il potere d'acquisto di lavoratori dipendenti e pensionati è ridotto all'osso. Il petrolio fa quasi aggio sull'oro e il suo prezzo continua a salire causando ogni giorno rincari da capogiro. Saranno prese le impronte digitali dei bambini Rom presenti nei campi nomadi. Niente sanatoria per le badanti. E si potrebbe proseguire. Ma qual è il vero problema del quale tutti gli Italiani si dovrebbero preoccupare? La presunta persecuzione del Presidente del Consiglio da parte di una magistratura a suo dire parziale e politicizzata. Una giustizia giustizialista, mi scuso per il bisticcio di parole, che secondo il suo punto di vista andrebbe azzerata e che già adesso si sta tentando di delegittimare e incatenare con decreti e lodi che mettano al sicuro il Premier, i suoi interessi e soprattutto la sua fedina penale. Tutto questo è assurdo innanzi tutto perché con un Paese al collasso il governo dovrebbe avere ben altre priorità e in secondo luogo perché quel che si sta tentando di fare è liberticida (sì, anche la magistratura ha diritto di essere libera, Cavaliere) e dittatoriale. La legge non può sancire l'ineguaglianza dei cittadini davanti alla giustizia! In nessun altro paese si era osato tanto senza che si parlasse di un tentativo di sovvertimento autoritario dello Stato, ma a quanto pare qui in Italia questa è la normalità e la popolazione non si indigna e pensa a Donadoni esonerato e al ritorno di Lippi sulla panchina della nazionale di calcio. Problemi ben più gravi, non c'è dubbio...

Listening to:
Heretics - Andrew Bird

Etichette: , , , ,

lunedì, giugno 23, 2008

Ipotesi

Se potessi strappare via questa mia stupida immaginazione, rimuoverla una volta per tutte e cauterizzare la ferita per evitare le recidive, sarebbe certo una vita più noiosa senza le fantasmagorie che sono in grado di mettere in scena nella mia testa, ma anche di gran lunga più coraggiosa e sarebbe davvero vissuta. Privata della possibilità di trovare rifugio in fantasie consolatorie non avrei alibi e mi vedrei costretta a fare tutto ciò che mi limito a pensare.
E se avessi il senso della caducità delle cose, della fugacità dei momenti; se fossi convinta che si debba essere padroni dell'attimo invece di osservarlo con distacco e studiarlo; se non mi tremassero le ginocchia tanto da squassarmi e annebbiare ogni barlume di ragione ad ogni punto nodale della mia esistenza. Quante cosa sarebbero differenti adesso. Quante parole che mi sono balenate alla mente con un ritardo secolare sarebbero forse affiorate molto prima e avrebbero dato ossigeno a istanti di panico afasico e asfissiante.
E se non avessi questa stupida incapacità di comunicare davvero con gli altri e questo folle terrore di essere svelata...

Listening to:
Flowers and dust - Museum

Etichette: , ,

sabato, giugno 21, 2008

Dazzled

Mi piace sapere sempre cosa pensare e nel mare delle mie incertezze avere l'appiglio salvifico di convinzioni di fondo che mi tengano a galla tra il moto ondoso. Ma è come se da qualche tempo il sole si riflettesse sul pelo dell'acqua e questo barbaglio mi abbagliasse impedendomi la vista.
Ho fretta, la fretta di chi sa che non è molto ancora il tempo che si ha a disposizione, e nello stesso istante sono pronta ad attendere ancora e me ne sto inerte e dilaniata da questo dissidio insanabile tra il colpo di spugna e la perseveranza. Non ho dubbi, però, che non possa esistere un lieto fine, comunque vada.

Listening to:
Ramshackle - Beck

Etichette: , ,

mercoledì, giugno 18, 2008

Più giù del fondo

Curioso, no? Stiamo assistendo all'insediamento democratico della dittatura. Anche l'ultima consultazione elettorale qui in Sicilia sancisce lo strapotere del PdL (ed alleati vari ed eventuali) e l'insignificanza di tutte le forze di sinistra, compreso quel PD che nei progetti del suo leader avrebbe dovuto impensierire seriamente il Cavaliere e spostare migliaia di consensi. E i consensi si sono spostati sì, ma dall'altra parte: la sinistra ha perfino perso dopo più di un decennio le province di Enna e Caltanissetta. Peggio di così è difficile immaginare qualcosa.
Intanto a Roma la maggioranza tracotante per la forza che le deriva dai numeri blocca la class action, progetta una sospensione dei processi per reati minori a tutto vantaggio del Presidente del Consiglio, studia il modo migliore per militarizzare le nostre città, ventila l'ipotesi di cambiare le regole d'ingaggio dei nostri soldati in Afghanistan, vieta l'uso delle intercettazioni, torna a delegittimare del tutto la magistratura. E se il buon giorno si vede dal mattino...
Ma tanto con gli Europei che impazzano e la nostra nazionale che ha fortunatamente superato il turno, sono più che sicura che la maggioranza degli italiani non si interessi minimamente di tutto quel che accade in Parlamento o in Consiglio dei Ministri in questi giorni. C'è altro a cui pensare...

Listening to:
Contessa - Paolo Pietrangeli

Etichette: , , , , , , , , ,

lunedì, giugno 16, 2008

Brand new

Sono a casa da due giorni e già crollano castelli costruiti da lontano quali improbabili ancore di salvezza e si affacciano incertezze inebrianti. Quest'aria ha il potere di destabilizzarmi ogni volta. Mi guardo attorno e riconosco ogni mattonella smossa dei marciapiedi e ogni crepa nei muri, tutto è miracolosamente immutato. Tutto tranne me: non sono più io quella che percorre le strade già calpestate milioni di volte, lo vedo negli occhi dei miei compaesani che mi osservano curiosi e increduli, come se non mi avessero mai vista prima e pur essendo autoctona posso godere del privilegio di essere del tutto nuova. Come una seconda, bellissima, opportunità.

Listening to:
I'll keep it with mine - Nico

Etichette: ,

mercoledì, giugno 11, 2008

Che disgusto!

No, davvero non credevo si potesse arrivare così in basso: sono stomacata! Non riesco a concepire come sia possibile anche solo pensare di fare una cosa del genere...

Listening to:
Alfredo - Baustelle


Etichette: ,

sabato, giugno 07, 2008

Dalle mie labbra

"Luce del mattino,
luce di un giorno strano,
pensavi d'esser perso
e cambiò il tuo destino..."


Ma quanto tempo è passato? Contando gli anni che ho è quasi metà della mia vita e a volte quando ci penso mi tremano le ginocchia. Era più o meno questo periodo ed io, che attraversavo il momento più cupo della mia esistenza, ero il peggiore stereotipo dell'adolescenza. Gli Afterhours anche allora, (proprio come in queste ultime settimane), monopolizzavano l'etere di una stagione estiva incipiente. "Non è per sempre" è stato il loro primo album che abbia ascoltato e in quel momento sembrava perfettamente appropriato. Mi sentivo tremendamente "avanti" perché nessuno di quelli che conoscevo sapeva chi fosse questa band milanese e appena possibile introducevo l'argomento per poter sciorinare la mia (scarsa) conoscenza. Con il passare dei giorni iniziava a farsi avanti una tiepida fiducia che veniva allevata da amici nuovi che trovavano interessante parlare con me ed io, che non avevo mai creduto potesse accadere che qualcuno avesse voglia di ascoltarmi, mi sentivo inebriata dalla gradita novità di questo stato di grazia.
Poi l'estate maturò un frutto strano che non fui in grado di comprendere né di gestire. Ho sbagliato tutto ciò che era umanamente possibile sbagliare, annebbiata da un'incredulità tenace e da una salda e paradossale timidezza socievole.

"...fare la cosa giusta,
essere razionali,
mentre ti gira la testa..."


Troppo difficile fare la cosa giusta quando non hai idea di quale sia e non vuoi consigli perché non sopporti che gli altri depredino qualcosa che è solo tuo. E nel frattempo sentire distintamente che puoi considerare la possibilità di smettere di accanirti contro te stessa con una violenza sfrenata perché quello strano frutto che non sai cogliere ed hai paura perfino di osservare, testimonia felicemente che non sei un pezzo malriuscito e da scartare. Che esisti ed occupi dello spazio e non è spazio sprecato e esistere non è una disgrazia. E con incommensurabile sorpresa scoprii che si può sperimentare la gioia di vivere anche quando hai ormai superato i dieci anni.

"...Non sarebbe bello
non farci più del male?
Non sarebbe eroico
non essere degli eroi?
Non sarebbe strano
essere più leggeri
e non aver paura
se capitasse a noi?..."

Sembrava che dopo tanto attendere quando pensavo ormai di andare via dal punto stabilito la vita avesse deciso di presentarsi all'appuntamento. Ma le sue domande vorticavano tanto velocemente che non riuscivo ad afferrarle e rispondere così su due piedi era al di sopra delle possibilità che mi dava una stima di me esigua e per di più neonata. Così, temendo che quello stato confusionale fosse dovuto esclusivamente al fatto di sentirmi estremamente lusingata, annegai quel curioso frutto in una pozza oscura di diniego e di sostenutezza ostentata per non fare vedere quanto fossi debole.

"Ho smesso di pensarti ormai,
ma faccio sogni strani..."

No, non ho smesso, non è vero. Ti penso e spesso, con affetto e malinconia e mi capita anche di sognarti. Sarà il mio inconscio che prova a far balenare dei messaggi alla mia coscienza, perché, a parte tutto, c'è una cosa che so da quando sono diventata una persona meno vacillante e incerta. E devi saperla anche tu. E devo dirti grazie di persona. Devi sentirlo da me, uscire dalla mia bocca o non avrò mai pace per non averlo fatto. Adesso non ha nessuna importanza e non fa affatto differenza fare la figura della rammollita o dimostrare rigore. Questa non è una gara a chi è più cinico e non lo è mai stata, nemmeno allora. E oggi non ho più paura di ammettere le cose, tutte.

"...Ora che son forte so
che sei più forte tu..."

Listening to:
Riprendere Berlino + Tutto domani - Afterhours

Etichette: , , ,

venerdì, giugno 06, 2008

Lo humor e la condizione femminile

Avere il senso dell'umorismo è dannatamente problematico quando il tuo aspetto non è consono ad esso: pare sia uno dei miei difetti più grandi. E' un problema in primo luogo perché, (prima ancora di arrivare alla questione dell'aspetto fisico), la maggior parte degli uomini ritengono che sia un loro esclusivo diritto divino essere ilari: loro fanno le battute e tu devi ridere, viceversa non è possibile. In secondo luogo, per gli uomini le donne si dividono essenzialmente in due categorie - è una verità scientifica supportata da numerose evidenze e pertanto incontrovertibile - che molto elegantemente definirò fuckable e non-fuckable. Nella seconda categoria rientrano nell'ordine: le consanguinee, le "cozze", quelle ridicole e (per qualcuno) le sciattone; tutte le altre donne si iscrivono nella prima, (comprese le "amiche"), seppur con diversi coefficienti di fuckability, questo è chiaro. Visto che gli uomini non capiscono (o sono spaventati?) dallo humor femminile e, incapaci di concepire che si possa ridere per voi e non di voi, fanno l'assurda equazione divertente = ridicola - sì, è così, ragazzi non negate che vi cresce il naso...ehi, ho detto il naso!!! - l'ironia è una qualità che farebbe scivolare perfino Pamela Anderson nella categoria non-fuckable. E mentre sono sempre disposti a perdonare il vostro umorismo se siete brutte, perché tanto eravate già non-fuckable (anzi, magari lo troveranno perfino apprezzabile e intrecceranno con voi una simpatica amicizia, anche perché, sappiatelo, così potranno risparmiare un sacco di fatica segnandosi le vostre battute che useranno poi per fare colpo su altre donne...), vi faranno pagare cara l'essere ironiche e carine semplicemente iniziando ad ignorare che siete l'ultima cosa.
Ecco, io non sarò una bellezza da calendario, ma non credo di essere nemmeno una "cozza" ed ho sperimentato più volte come gli uomini perdano immediatamente interesse in me dopo aver ascoltato le mie battute anche quelle assolutamente valide. E' per questo motivo, credo, che ho un sacco di amici e che tutti mi percepiscono come una di loro e si sentono liberi di comportarsi con me come mai si comporterebbero con una donna...

Listening to:
Dove si va da qui - Afterhours

Etichette: , , ,

mercoledì, giugno 04, 2008

"Connection, I just can't make no connection..."

Con la scusa di traviare la giovane mente di mia cugina che conosce poco la musca dei Rolling Stones, oggi ho rispolverato Between the Buttons, che insieme a Sticky Fingers è il loro disco che amo di più, e per quanto l'abbia ascoltato milioni di volte non ricordavo affatto che fosse così bello. Mentre in sottofondo vanno "Connection", "She Smiled Sweetly", "My Obsession" e "Ruby Tuesday"* sono pronta a dimenticare e perdonare qualunque scivolone di Mick, Keith e compagni negli ultimi anni...

Listening to:
Connection - The Rolling Stones



*Faccio riferimento alla versione americana dell'album, perché essendo stato lanciato in UK come singolo nella versione inglese "Ruby Tuesday" non c'è. All'epoca nel Regno Unito si usava escludere i singoli dagli album...che stranezza!

Etichette: , , , ,

lunedì, giugno 02, 2008

Sto invecchiando

Sei cresciuta quando ti accorgi che per strada guardi i ragazzi in blazer blu e camicia invece di quelli trasandati e "alternativi" che ti facevano girare la testa fino a qualche tempo prima. E' come se avessi sviluppato un istinto che ti suggerisce che i secondi se dimostrano un'età simile alla tua devono essere degli universitari falliti o quantomeno molto lenti, mentre i primi sono giovani lavoratori che si stanno facendo strada nella vita e quindi soggetti molto più affidabili.
Quando ti rendi conto di questo attraversi un momento di smarrimento: possibile che io sia già così vecchia da giudicare un uomo solo per la stabilità che eventualmente sarebbe in grado di garantirmi? Ma il mio orologio biologico è impazzito o cosa? Sì, ti senti inquieta, soprattutto perché non hai la minima intenzione di accasarti entro un numero di anni inferiore al lustro e invece inconsciamente inizi a focalizzarti su quegli aspetti considerati chiave da ogni donna che voglia costruire un nido solido per la propria prole futura. Ma in realtà non c'è da farsi prendere dal panico, subire il fascino dell'uomo in blazer non significa automaticamente essere diventata tutto a un tratto venale e materialista o essere sull'orlo di una prematura crisi di delirio-da-paura-di-rimanere-zitella, perché, ricorda: ci sono diversi livelli di uomo in blazer prima di arrivare al baratro del Briatore di periferia.
Il primo livello (quello al quale mi colloco io, almeno per il momento) è formato da quei ragazzi tra i venticinque e i trenta, probabilmente al primo impiego, probabilmente praticanti avvocati o qualcosa del genere, con stipendi poco pingui, ma l'obbligo di presentarsi sul luogo di lavoro in abbigliamento formale. Sono giovani per lo più poco spocchiosi, di quelli che portano scarpe simil-sneakers sotto il completo rigoroso e se hanno una cravatta ne hanno una di quelle scure e sottili che indossano con il nodo un po' allentato. Spesso li vedi andare al lavoro in bici (e a volte li incroci ai semafori e vorresti buttarti sotto alla loro bicicletta, così se non muori nell'impatto magari riesci a farti notare...). Niente chiome lunghe da seduttore consumato e niente abbronzatura fasulla e arancione per il momento, quelle arrivano al secondo livello.
Al secondo livello non sono più ragazzi, gli anni sono trenta-quarantacinque e c'è già il macchinone, le cravatte sono più larghe e di colori brillanti: arancio, viola, giallo, blu elettrico. Il vestito da blu/grigio diventa gessato e il modello di stile dichiarato è Lapo Elkann. Ma nonostante tutto non hanno il coraggio di osare le sue orride camicie colorate ma con colletto e polsini bianchi, ed è già qualcosa.
L'ultimo livello, quello senza possibilità di redenzione, prescinde già dalla giacca perché non ha bisgono di usare questo simbolo per ostentare una posizione sociale. Questo è il livello di quei cinquantenni in pantaloni giallognoli o rossi, giacca sportiva (tipo quelle raccapriccianti di camoscio o renna), Hogan, Aviator e Rolex d'ordinanza. Hanno solitamente una bella stempiatura, ma quelle poche ciocche che per il momento restano ancora tenacemente attaccate al cuoio capelluto sono lunghe e svolazzanti. Non portano cravatte e i primi bottoni della camicia sono sempre sbottonati, per lo più con il fine non occulto di mostrare terribili collanine. Insomma, come detto prima, sono dei piccoli wannabe-Briatore.
Se ti giri a guardare quelli del primo e fino ad un certo punto quelli del secondo livello, beh, non credo che sia il caso di drammatizzare. Però, se arrivi al terzo livello devi seriamente riconsiderare l'opinione che hai di te stessa ed eventualmente contattare un esorcista con un bel po' di pelo sullo stomaco...
Ché poi, sappilo, tutti questi uomini stanno con donne bionde o castane, magre ma formose, invisibilmente truccate, senza alcun difetto apparente. Quelle donne odiose sempre coi capelli perfetti e le scarpe giuste. Quelle, per intenderci, che poi quando si sposano fanno quei bei bimbi biondi e ricci, ma non con quei boccoli disordinati e crespi che solitamente hanno i bambini, no, quelli ce li hanno come i puttini delle statue neoclassiche, con quel ricciolino carino proprio sopra le orecchie. Sto parlando esattamente di quelle - ma dài che hai capito - che possono osare orecchini e bracciali vistosi senza sembrare grottesche, che sanno stare in equilibrio perfetto sui tacchi nonostante dal loro avambraccio penda una Birkin bag talmente piena da raggiungere più di un terzo del loro peso e che hanno dei figli ormai alti un metro e cinquanta ma dimostrano sempre diciotto-vent'anni e che tu, per tutti e ciascuno di questi motivi, vorresti uccidere dopo averle accuratamente sfigurate a colpi di machete per sfogare la tua invidia e la tua rabbia per non essere affatto così. E visto che non lo sei mettiti pure il cuore in pace e ricomincia a guardare i trasandati alternativi coi capelli scompigliati e le magliette stinte: solo con quelli hai qualche speranza!

Listening to:
Gronlandic edit - Of Montreal

Etichette: , ,

domenica, giugno 01, 2008

Il divo

Mi ci sono volute più di ventiquattro ore per metabolizzare "Il divo" e poterne scrivere. Ieri pomeriggio, ore 17.20, sono uscita dal cinema estasiata ed entusiasta al punto tale che parlavo a vanvera e quasi barcollavo in un delirio di fascinazione assoluta. Sorrentino con questo film si assesta sempre più saldamente nel Pantheon dei miei registi preferiti, e ancora più saldamente in quello degli uomini non belli, ma che sposerei all'istante.
Fare un film su Giulio Andreotti era rischiosissimo, perché si trattava di raccontare dell'uomo che più di ogni altro ha rappresentato e rappresenta la politica dell'Italia repubblicana, che siede in Parlamento da sedici legislature (cioè dalla prima a quella attuale), ed è contemporaneamente amato e odiato, un uomo discusso e indubbiamente, forse inevitabilmente visti gli incarichi ricoperti, controverso, un uomo ieratico e distaccato, un atarassico dotato di uno humor sottile e tagliente degno di un epigrammatico di razza. E andava raccontato senza fervore partigiano e derive didascaliche, ma senza neppure cedere alla tentazione di parlare di questo gigante della politica facendosi schiacciare dal timore reverenziale e cadendo nella pura oleografia.
Per narrarci del Divo Giulio, Sorrentino ha scelto la via accidentata dell'epopea iniziando medias in res come nella migliore tradizione classica: Andreotti si prepara a ricevere il mandato come Presidente del Consiglio per la settima (ed ultima) volta e coltiva il sogno di salire al gradino più alto della piramide istituzionale coronando la propria carriera politica con l'ascesa al Quirinale. Un uomo di potere e di successo, insomma. Ma la prima immagine che Sorrentino ci dà dell'eroe è l'immagine grottesca di un uomo assediato dall'emicrania e da fantasmi tormentosi di un passato impossibile da dimenticare. E si capisce immediatamente che il giovane regista non ha rifiutato la sfida di provare a mostrare le contraddizioni e le sfumature dell'uomo e del politico. E per raccontare questo enigma si è avvalso della collaborazione del sempre ottimo Toni Servillo (altro uomo nel Pantheon dei "non belli che sposerei all'istante"; per la cronaca gli altri sono: Roberto Saviano, Wes Anderson e Nick Hornby), che incredibilmente si metamorfizza in un Andreotti più pingue di quello vero e dal volto meno incavato, ma non per questo meno credibile. Il tono acuto e il volto imperturbabile sono la cifra del personaggio e le mani, sulle quali siamo invitati a focalizzarci fin dall'inizio prima dalla locandina, poi dalle parole della segretaria Enea (Piera Degli Esposti, che ho rivisto sullo schermo per la prima volta dopo averle consegnato personalmente nel 2004 un premio al Festival "Polis" di Milazzo - e aver ricevuto da lei una carezza ed un lusinghiero "ma quanto sei bellina?!" - e la cosa mi ha molto emozionata perché ho riconosciuto cose che avevo visto con i miei occhi; per esempio quello sguardo inquieto e vagante che non è un artificio da interprete ma è suo: è lei, è proprio così!).
Tutti i personaggi che ruotano attorno al Divo Giulio (perfettamente interpretati dai vari Bonaiuto, Buccirosso, Bosetti, Bucci, ecc.) sono comprimari, cortigiani reverenti o avversari che la storia cancellerà, mentre lui, l'uomo fragile che avrebbe dovuto morire giovane, rimarrà. Perché sa mettere tutti a tacere con un'ironia sferzante, sotto la minaccia di svelare i contenuti del suo vastissimo archivio, con la sua erudizione e la sua astuzia e con il timore che la sua figura imperturbabile è in grado di suscitare. E sa essere magnanimo e distribuire elemosine, giocattoli e viveri ai propri elettori bisognosi, da vero monarca.
Ma ci sono anche le ombre. L'uomo di successo si "sporca" per caso o per necessità attorniandosi di "amicizie" discutibili ed entrando dalla porta o dalla finestra in tutte le pagine più nere della storia d'Italia del dopoguerra (diverse volte c'è l'elenco completo delle morti misteriose o violente alle quali è stato negli anni associato il nome di Andreotti), tranne Tangentopoli che colpirà molti anche tra quelli della sua corrente, ma che non lo scalfirà neppure. Ci sono Riina e la mafia e Salvo Lima, quelle contiguità sospette e inquietanti. E sporcandosi l'uomo di successo inizia a scivolare su un piano inclinato che lo vedrà deluso nel suo sogno di ottenere la Presidenza della Repubblica, che invece sull'onda del clamore suscitato dalla morte di Giovanni Falcone andrà all'immacolato Scalfaro.
Come se non bastasse essere capaci di raccontare una storia così senza essere eccessivamente documentaristici o ciecamente feroci, Sorrentino riesce a darci un'opera bella anche esteticamente. Una fotografia bellissima e un ritmo alternativamente lento e veloce, più un paio di scene cupamente toccanti, rendono il film un piacere anche per gli occhi, non solo per le meningi.
Alla fine il giudizio sull'uomo e sul politico è lasciato allo spettatore che ricava l'impressione di avere trascorso due ore dentro un mondo sporco e controverso, ma anche affascinante, in cui il potere poteva essere conquistato e detenuto solo con astuzia, arguzia e cultura, mentre adesso per tutto questo bastano soldi, ex-soubrette, televisioni, insulti e sgrammaticature.

Listening to:
Imitosis - Andrew Bird

Etichette: , , , , , , , , , , , ,