venerdì, maggio 30, 2008

Sul mio cammino

Quasi ad un incrocio, rannicchiato vicino ad un portone sul marciapiedi maleodorante di urina di cane. La gente a una quindicina di passi di distanza. Donne e bambini. Uno portava un fascio di quelle spighe selvatiche verdi che costellano i prati in primavera. Ricordo di aver sorriso guardando quelle spighe e ripensando alla mia infanzia e considerando la stranezza di vederle qui in città. E le donne mi hanno osservato per un attimo con un'espressione tirata e non mi facevano largo pur vedendo che dovevo passare. Mi è sembrato insolito, ma non ci ho dato peso. Poi mi sono aperta la strada ed eccoti: i piedi a martello, gli occhi chiusi. Rigido. Immobile. Le donne hanno chiamato l'ambulanza, forse solo per illudere i bambini.
Io ti sono passata accanto e non mi sono fermata se non per un paio di secondi durante i quali sei entrato nel mio campo visivo e mi sono bloccata. Tutto nero, non distinguevo più niente. Non ero presente a me stessa. E' stato un blackout di una frazione di secondo. E pensare che fino a qualche attimo prima neanche l'avevo capito cosa stava succedendo. Nessuno si è curato di dirmi niente, né di tirarmi indietro.
Ho proseguito, ma avrei davvero voluto restare ferma in mezzo alla strada a piangere, lo giuro. La verità è che ho avuto paura di rimanere e scoprire anch'io che forse non era l'ambulanza il mezzo necessario a quel punto. Ho voluto illudermi come quei bambini. E se poi è finita proprio in questo modo (cosa che forse non saprò mai), non mi viene in mente niente da dire. Ma è inaccettabile che si possa morire così, di traverso su un marciapiedi del centro...

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Piromani si muore - Le luci della centrale elettrica

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giovedì, maggio 29, 2008

Peggio di così...

E' un fatto: in Italia si sta diffondendo il razzismo. E purtroppo sta contagiando in maniera trasversale. Se qualcuno può invocare la reazione ad un piccolo furto come scusa per un episodio esecrabile e può ricusare l'ignominia dell'imputazione difendendosi asserendo di essere di sinistra e avere Che Guevara tatuato sul braccio, questo significa solo due cose. La prima è che c'è una grandissima confusione sul significato dell'essere di "sinistra". La seconda è che il povero Guevara è diventato definitivamente solo e soltanto un'icona pop come un'altra e tra la sua faccia e la lattina di zuppa Campbell non c'è più nessuna differenza. Ciò porta ad un'unica dolorosa conclusione: in Italia siamo davvero alla frutta.

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I fought in a war - Belle and Sebastian

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martedì, maggio 27, 2008

The fairest of the seasons

"...Yes, and the morning
Has me looking in your eyes
And seeing mine warning me
To read the signs more carefully"

La stagione più bella è sempre quella che verrà. Ma se fosse già passata? E se l'avessi sprecata? Perché la stagione più bella è sempre quella già venuta. E se non tornasse mai più? O peggio, se fosse stata tutta un'illusione?
Ad ogni modo, di certo non è questa, impregnata di una pioggia infinita come se qualcuno avesse dimenticato di chiuderne il rubinetto. Questa primavera atipica si srotola lentamente tra nuvoloni neri e pozzanghere e inizia a diventare insopportabile. Intanto sogno il sole e il vento caldo di sud-est e un orizzonte d'acqua. E sogno stagioni di ieri e di domani, qualunque cosa purché non sia questo e non sia qui.
Sogno il passato e le cose che ha travolto. Il futuro e quello che mi auguro porti con sé, che spero possa riempire questi vuoti che sembrano allargarsi ogni giorno. E sogno uno specchio nel quale credo che adesso avrei finalmente il coraggio di guardare e non mi spaventerei vedendomici riflessa.

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The fairest of the seasons - Nico

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giovedì, maggio 22, 2008

Sempre uguale

Dovrei fare altro. Il tempo incalza e dovrei concentrarmi su quello che resta ancora da terminare, ma quel foglio spuntato fuori all'improvviso da un fascio di fotocopie mi si è abbattuto contro come un pugno. Mi ha spezzato il fiato. Quelle parole blu, così vere, così sentite, così...belle che quasi non mi sembra vero possano essere mie, se non fosse per quella grafia disordinata, irruente e nervosa che so non potere appartenere ad altri che a me.
La mia vita si affaccia all'imboccatura di una curva stretta superata la quale tutto sarà diverso. Non darò mai più un esame, non andrò mai più ad una lezione universitaria e nel giro di poco (sei mesi al massimo, se con la tesi le cose dovessero mettersi male) non sarò più una studentessa. E non mi ricordo neppure cosa voglia dire non esserlo. Dovrò inventarmi una vita senza i libri e i post-it da attaccare ovunque per ricordare quante più nozioni possibili e senza gli appunti presi furiosamente cercando di non saltare neppure una sillaba. E sono impaziente e anche spaventata. Ma in questo vortice di cose nuove che turbinano sopra la mia testa c'è un passato che si riaffaccia sempre, con una frequenza ampia da metronomo pigro, e mi tende agguati quando meno me li aspetterei. E mi impedisce di guardare il futuro negli occhi. Barcollo come un pugile sorpreso da un uppercut e non resta che aspettare per vedere se, per la milionesima volta, andrò a tappeto. E sono stanca di constatare che le cose vanno sempre nello stesso modo. E non riesco ad immaginare nessun altro modo nel quale possano andare.

Listening to:
Anello mancante - Carmen Consoli

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mercoledì, maggio 07, 2008

Aggiornamenti

1. C'è il sole e anche l'insopportabile affettazione che aleggia tra queste quattro mura sembra opprimere meno del solito.
2. Sono leggera. In tutti i sensi. Mai pesato così poco in tutta la mia vita. Non è detto che sia un bene...
3. Meno due all'alba...si spera!
4. Nonostante il punto precedente, però, sarò costretta a continuare ancora per un po' a latitare e dare mie notizie solo in forma telegrafica e con cadenza alquanto sporadica.
5. Sono stanca, così tanto da non riuscire neppure più a dormire.


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Cobra Coral - Caetano Veloso

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