lunedì, aprile 30, 2007

Doom

Mi capita a volte di avere momenti di particolare lucidità - come minuscole isole che galleggiano in un mare di elucubrazioni - e in queste istantanee illuminazioni vedo le cose come sono, non come io immagino dovrebbero essere e mi rendo conto di quanto sia brava a compensare la noia e l'insoddisfazione impacchettandole in una carta opalescente che copre bene ogni bruttura. Ma, nonostante mi compiaccia di questa dote, il "terrore" è sempre in agguato alle mie spalle e filtra tra le maglie mai abbastanza strette dell'illusione in cui mi sono avvolta per attutire il tintinnio delle mie lacrime. Aver trovato un palliativo non basta a debellare il morbo che mi infesta e la cura non è alla mia portata, benché mi sporga e allunghi le braccia. Sono al perenne inseguimento di qualcosa che si muove freneticamente, che fugge alla velocità della luce, e quando mi pare di essere finalmente riuscita ad afferrarne un lembo, si tratta semplicemente di un'appendice che viene immediatamente recisa ed avvizzisce tra le mie mani, che tornano rapidamente vuote e tremanti.


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Invisibile - Cristina Donà

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domenica, aprile 29, 2007

Apprehensions

Was the Pine at my Window a "Fellow
Of the Royal" Infinity?
Apprehensions - are God's introductions -
To be hallowed - accordingly -
Emily Dickinson


Finalmente un po' di serenità e il calore dei miei cari a rendere queste ultime giornate ancor più piacevoli.
Sorrisi. Battute. Biscotti e ciambelline per ricordarmi di quando ero piccola. Mia cugina bellissima e raggiante che inizia un'avventura faticosa, ma esaltante. Una collina fiorita. I grissini all'acqua. Le scarpe di mamma. L'allegria del piccolo Alessandro...
Non importa che sia durato solo per un weekend. E' come se avessi ricaricato le batterie. Adesso avrò un po' più di autonomia, spero.
Mi sorregge l'idea che sia stata un'anticipazione di qualcosa che, non dico mi sia dovuto, ma che credo di meritare e che mi pare di annusare nell'aria. Chissà?

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Il mio amico ingrato - Vinicio Capossela

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giovedì, aprile 26, 2007

A volte mi sfogo (stanca di soffocare in silenzio)

Sembrava un'inezia. Il capriccio di un momento. E, invece, mi sta prendendo la mano. A volte mi pare tutto talmente ovvio e promettente; altre vedo strani fantasmi che si incuneano in ogni pertugio ed ho paura.
Mi innervosisce il sospetto che le cose possano essere molto meno evidenti di come credo siano e che questo piccolo grumo di illusioni possa sublimarsi come un dischetto di ghiaccio secco e volatilizzarsi per sempre. E mi manca il tempo, lo vedo disperdersi in un'emorragia che non può essere tamponata...
Non mi sento a mio agio adesso che il ticchettio dell'orologio ricorda il battere cadenzato di un piede impaziente, ed esige che sia io a fare qualcosa. Ma cosa? Come riuscire a smuovere le acque senza esserne travolta qualora in conseguenza di ciò si scatenasse la tempesta? Sento l'ansia lievitare mano a mano che si avvicina la scadenza dell'ultimatum e con essa il senso di impotenza e di rabbia, perché, per una volta, una volta soltanto, avrei desiderato che il destino manifestasse un po' più di pietà per questo ammasso straziato di membra. Avrei voluto che questa volta fosse diverso. Anche se ho ostentato distacco, se ho professato disinteresse e se pratico il più assoluto dominio di me.

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Exit music (for a film) - Radiohead

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mercoledì, aprile 25, 2007

A rilento

Alla luce delle evidenze, forse davvero non merito alcunché. Tutto sembra dover essermi negato, benché le mie richieste siano tutt'altro che esose. Non mi pare di battere cassa troppo insistentemente; non conosco un creditore più discreto e paziente di me. Non pretendo nemmeno gli interessi, mi accontento di un rimborso parziale, ma sembra che, nonostante ciò, non sia in una posizione tale da potermi aspettare nulla. E non rimane che desiderare, così, nelle mie notti insonni penso e attendo "la concavità di un palmo" per appoggiarci una guancia e sentirmi protetta e un braccio che mi dia solidità quando barcollo e un sorriso che sia complice della mia felicità.

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How we operate - Gomez

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martedì, aprile 24, 2007

...mixed-up


La fretta è un killer subdolo, ma l'interminabile attesa in cui vivo può essere altrettanto nociva. La somministrazione col contagocce di stille di analgesico è tanto sporadica da risultare, a volte, del tutto vana. E nonostante tutto sgrava leggermente dal peso schiacciante di questo dubbio corrosivo, concedendo il beneficio di un'illusione pericolosa e necessaria nelle cui spire mi abbandono mollemente con la fiducia di un lattante; per una volta vorrei che non si serrassero e non lasciassero come unica sopravvivenza il segno bluastro e indelebile delle squame che le ricoprono.

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Promises like pie crust - Carla Bruni

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lunedì, aprile 23, 2007

Whatever will be

I girotondi infiniti attorno al medesimo centro, seppur in cerchi concentrici di raggio differente, finiscono sempre allo stesso punto: tutti giù per terra. Un momento di respiro prima di ricominciare a turbinare. Ma la stasi è sempre troppo breve perché si sfugga alla vertigine. Croce e delizia degli esseri senzienti. Si ricomincia a ruotare e, poiché l'universo è dominato dal principio di indeterminazione, non resta che lasciarsi andare al moto circolare senza raziocinare troppo, accettando che non si può governare più di una variabile alla volta e sapendo che, nonostante tutto, le cose accadono.

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Colloquium vitae - Max Gazzè

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domenica, aprile 22, 2007

Libera uscita


Le pareti della mia minuscola stanza sembrano avvicinarsi ancor di più tra di loro ed avverto un senso di abbandono. Eppure ho trascorso una serata piacevole. Ma tutta l'ilarità di oggi si spegne davanti alla prospettiva poco allettante del domani.
Perché non posso mai essere felice e divertita senza che l'ombra lunga della malinconia si agiti dietro le mie spalle?
E' ancora forte l'eco delle risate e già si approssima a velocità supersonica il tempo degli arrivederci che fanno rima con gli adii, perché le distanze sono quel che sono e la vita è avida e si prende tutto il tempo a disposizione. Mi mancherà da morire quello scambio serale di confessioni e consigli, di aneddoti ed opinioni e mi mancheranno le battute e tutte le stupidaggini dette e fatte insieme...

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Festa mesta - Marlene Kuntz

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sabato, aprile 21, 2007

Attualità

Mi sento incredibilmente leggera. Leggera e libera. Niente più bruciori di stomaco ad avvelenare le mie giornate. Veni. Vidi. Dixi.
Troppe volte sono stata remissiva ed accondiscendente e, di certo, nessuno può sostenere che la tempesta sia giunta inopinata. Ho lanciato segnali con il contagocce per mesi sperando che venissero colti e si evitasse quest'epilogo così poco signorile, ma non posso flagellarmi se i miei sforzi si sono rivelati vani.
Non ho neppure timore del futuro. Sarà solo un banco di prova per vagliare e distinguere il grano dalla pula. Non ho niente da perdere perché ho delle ricchezze che non sono messe in discussione e che non mi potranno essere sottratte facilmente. Ho un capitale solido di amicizie, risate, battute, ricordi, passato e presente che non è sul tappeto di questa partita e che continuerò ad avere qualunque cosa accada.


Breaking news: Nella cornice di un divertentissimo dopo cena, ad insindacabile giudizio delle simpaticissime pazzoidi con cui convivo, un nuovo nickname si è aggiunto alla lunga lista dei miei soprannomi. D'ora in poi sarò non solo LaMusa, lunkhead, Mirtilla, ecc., ma anche - e soprattutto - FREDDO!

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Sano e salvo - Neffa

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venerdì, aprile 20, 2007

Una sferzata di scudiscio

Odio le parole utilizzate a sproposito. Odio chi conosce così poco il proprio inconscio da tentare disperatamente di nascondersi dietro un dito. Odio chi non è mai disposto a mettersi in discussione e recedere. Odio chi non si fa mai mettere "la mosca sul naso". Odio i pregiudizi etnocentrici. Odio le "primedonne". Odio le vittime patologiche. Odio chi crede che le cose accadano sempre per una volontà unilaterale. Odio chi non sa fare altro che giudicare tutto e tutti. Odio chi non si chiede mai se ci sia qualcosa che non vada in lui, visto che continuano ad accadergli sempre le stesse cose. Odio le svenevolezze e le civetterie di chi flirta continuamente con qualunque essere dell'altro sesso, quasi si trattasse di uno sport. Odio il buonismo. Odio chi ha il barbaro coraggio di travisare impunemente la realtà. Odio chi si crede tanto intelligente da non dovere mai dubitare di se stesso. Odio chi professa continuamente di essere in buonafede. Odio chi è ipocrita perfino con se stesso.

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Iodio - Bluvertigo

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mercoledì, aprile 18, 2007

"Senza aspettarsi qualcosa, o chissà che..."

Sono confusa. Ho bisogno di trovare al più presto il bandolo della matassa, prima di perdermi nel groviglio di fili...
Ho bisogno di un cartello che dica a chiare lettere tutto quello che fino ad ora sembra sottinteso. Anche perché non vorrei prendere lucciole per lanterne.
Ho paura della vulnerabilità che da un momento all'altro può venire fuori. Del mio fianco scoperto, che potrebbe essere fonte di spiacevoli conseguenze...

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Qualcosa che non cambia il mondo - Pinomarino

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lunedì, aprile 16, 2007

Superfreezer

In questa vita da limbo ogni cosa sembra congelata: l'intera realtà è rinchiusa in una teca trasparente che non permette di toccarla. E dentro alla testa è come se ci fosse dell'ovatta, che attutisce ogni tonfo...

Once we were alive and happy, though we didn't know it; weren't we? Now those feelings are gone with the flow of time and we are hoplessly trying to grasp their tail.
I miss a future that could have been...

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In limbo - Radiohead

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domenica, aprile 15, 2007

As time goes by

L'illusione del dinamismo dura il breve spazio di un batter d'occhio, poi, immediatamente, ecco un piccolo particolare che denuncia tutta la sclerosi emotiva che mi ha sempre caratterizzato...e non mi spiace affatto.

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Oceano di gomma - Afterhours

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venerdì, aprile 13, 2007

Ogni volta ritornare

Non ho nessuna voglia di salire sul treno, eppure devo. Ogni volta mi pesa sempre di più. Quella città non mi piace, non mi piace per niente. Non mi piace la sua falsità, il fatto che niente sia mai come sembra, che non si possa fare qualcosa in maniera disinteressata, che non si riceva mai un sorriso gratuito, che la gente preferisca girarsi dall'altra parte, che ognuno si senta in dovere di ammaestrarti e illuminarti, di spiegarti, come se provenissi da un'altra galassia. Non sopporto la cortesia vuota e forzata, la diffidenza, il grigiore, la negatività, la mancanza di valori, il fatto che non ci sia il mare, che non si sentano mai profumi di cucina per strada, che nessuno capisca quello che vuoi dire perché sono troppo impegnati ad osservare i loro piedi (tutti presi da se stessi credono di essere il centro di ogni discorso). Odio l'incapacità di ascoltare, quella di immaginare, l'assenza di una dimensione mitica, la mancanza di tradizioni e di identità. Detesto il "tutti contro tutti", come se ad ogni angolo ci fosse un nemico e una mano tesa preludesse a chissà quali nefandezze. Mi nausea il rumore, la mancanza di luce, il cielo pallido, l'assenza di vento, i mercati "muti", la cadenza lamentosa della parlata, le facce tirate, la fretta, il cattivo gusto, la violenza, lo smog...

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Mal d'Africa - Franco Battiato

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martedì, aprile 10, 2007

"Sopporto le prediche di chi razzola male e incanta..."

Sono, come dire...divertita. Il mio piglio blasé mi porta a guardare le cose con l'adeguato distacco, pertanto gli accadimenti dell'ultimo periodo mi sembrano solo la manifestazione (affatto naïf, tra l'altro) di cose che avevo già da tempo preconizzato e che, in virtù di ciò, non mi sorprendono. Ancor meno mi sorprendono i maldestri tentativi di ostentazione di distacco ai quali ho assistito. Il disincanto è una facoltà che va esercitata e affinata con una solida cultura ed uno stile nitido e sorvegliato. Giocare con le parole, ed ancor più con i toni, non è da tutti. Se non si dosano bene gli ingredienti il risultato è tutto fuorché credibile e si rischia di suscitare pena piuttosto che rispetto, inoltre, se non si è attentissimi alle proprie mosse, il rischio di rivelare inconsciamente qualcosa di alquanto sconveniente, (che potrebbe anche risultare controproducente), è altissimo. Le parole sono peggio del fuoco se non le si sa maneggiare. Scottano molto di più e non possono essere domate dall'acqua...
Eppure, ad essere sincera, c'è qualcosa che mi infastidisce. Sono sempre più sconcertata dall'epidemica incapacità di interpretare correttamente la semantica dei messaggi verbali. Oggigiorno non ci sono più i riceventi di una volta!

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Puramente casuale - Carmen Consoli

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sabato, aprile 07, 2007

Sole

Le mie guance paonazze denunciano la mattinata passata a passeggiare sotto il sole, a guardare il mare, a conversare amabilmente anche di argomenti spinosi riuscendo così ad edulcorarli.
Ritrovo una parte di me stessa ad ogni angolo di strada, ad ogni sorriso ricambiato, ad ogni saluto e l'azzurro saturo del cielo allevia il fardello dei mesi trascorsi a sopportare un altro cielo che, per quanto si sforzi, resta sempre sbiadito.
Quando me ne vado in giro per questa piccola penisola, assorta nei miei pensieri, non ho più la sensazione di assistere all'agonia di una regina che muore scalciando l'aria con stizza perché non sa rassegnarsi al proprio destino; vedo una bella donna di mezza età che fa il suo pisolino pomeridiano. E' altrove il luogo in cui sento forte e nauseante l'odore di putrefazione - ben camuffato eppure così nitidamente avvertibile - preoccupante campanello d'allarme imprudentemente ignorato da chi non vuol vedere o ritiene che un robusto strato di cerone basti a celare tutte le crepe e che le contraddizioni si possano soffocare impacchettandole in un involucro splendente...

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Sitting on the dock of the bay - Otis Redding

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venerdì, aprile 06, 2007

Who knows?


Sarà il vento, o saranno i fiori di pesco, ma ho l'impressione che qualcosa stia per accadere. Sento una specie di urgenza, di fretta, di frenesia. Mi fa l'occhiolino nello sfarfallio della luce a neon dell'ascensore.


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giovedì, aprile 05, 2007

Dolorosa caduta dalla doxa all'aletheia...

E' strano come ogni cosa si allontani quando sono a casa. La vita che conduco in Piemonte è solo una parentesi remota e asettica.
Ho due esistenze parallele: una quaggiù - nella quale sono più vicina a me stessa - che è piena di stimoli sensoriali ed intellettuali; un'altra a Torino, nella quale tutti questi stimoli sono assenti e mi ritrovo a parlare di nulla, a "pestare l'acqua nel mortaio" e mi sto lentamente abbrutendo travolta dal fiume di mancanza di significato e di pregnanza nel quale sono immersa...
Forse sono troppo snob, ma non riesco a rassegnarmi allo small talk quotidiano se esso non è, almeno ogni tanto, ossigenato da digressioni intellettuali e questa condizione mi pesa, mi schiaccia, anche perché non si confà all'ambiente che frequento. L'Università dovrebbe essere un pozzo di scintille che danno fuoco alle micce del sapere e, invece, si è rivelata soltanto un serbatoio di banalità che annacquano l'acume di chi si illude che sia un luogo di crescita culturale e spirituale. Tutto questo mi fa sentire fuori posto ed è ingiusto, perché non sono io ad essere caduta in un equivoco, è tutto il resto che è sbagliato, che si è svenduto, che è svilito, che è finito in pasto al tritacarne della produttività a tutti i costi, di un'idea di modernità ed adeguatezza ai tempi che porta solo ad un abbassamento della qualità e ad un appiattimento dei livelli. Nel lungo periodo, temo, tutto ciò potrebbe rivelarsi fallimentare e io stessa sarei trascinata in questo crack. A volte (sempre più spesso, in verità...) mi pare di aver sbagliato i miei calcoli, di essermi illusa - come tipicamente facciamo noi del Sud - che al Nord ogni cosa dovesse per forza essere migliore e che non avrei potuto che trarre beneficio dalla scelta di prendere la valigia ed andare via; pertanto quello che vedo adesso mi avvilisce, la delusione monta come la schiuma delle onde nel mare in tempesta e sommerge ogni cosa. E ne risente la qualità della mia vita, ne risentono i miei rapporti umani e mi spiace, ma non posso nascondere il senso di nausea che provo quando penso a mesi interi passati senza avere scambi significativi dal punto di vista intellettuale, al sacrificio e alla compressione delle mie passioni perché altrimenti non sarei compresa. Ciò non significa che a Torino non vi sia nessuno con degli interessi simili ai miei, (il problema è che io non ho incontrato queste persone), o che qui, a Milazzo, possa intrattenermi a conversare dei massimi sistemi con il primo individuo trovato per strada, però c'è qualcuno con cui sì, posso farlo e mi basta...

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Il vuoto - Franco Battiato

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martedì, aprile 03, 2007

Il posto della meraviglia

La Sicilia, il suo cuore

Come Chagall, vorrei cogliere questa terra
dentro l'immobile occhio del bue.
Non un lento carosello di immagini,
una raggiera di nostalgie: soltanto
queste nuvole accagliate,
i corvi che discendono lenti;
e le stoppie bruciate, i radi alberi
che s'incidono come filigrane.
Un miope specchio di pena, un greve destino
di piogge: tanto lontana è l'estate
che qui distese la sua calda nudità
squamosa di luce - e tanto diverso
l'annuncio dell'autunno,
senza le voci della vendemmia.
Il silenzio è vorace sulle cose.
S'incrina, se il flauto di canna
tenta vena di suono: e una fonda paura dirama.
Gli antichi a questa luce non risero,
strozzata dalle nuvole, che geme
sui prati stenti, sui greti aspri,
nell'occhio melmoso delle fonti;
le ninfe inseguite
qui non si nascosero agli dèi; gli alberi
non nutrirono frutti agli eroi.
Qui la Sicilia ascolta la sua vita.

Leonardo Sciascia
(La Sicilia, il suo cuore 1952)

Vale lo stesso, anche se non vengo dall'entroterra...
Aspettami: sto arrivando!

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Grana - Tinturia

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domenica, aprile 01, 2007

"Una moneta per la mia sfortuna..."

Ho comprato una piccola girandola iridata per ricordarmi che i colori esistono anche se a volte tutto mi sembra grigio fumo. E che le cose si muovono in virtù di fattori esogeni.
La fortuna continua a non essere il mio forte e la tensione aumenta. I battiti del mio cuore, con il loro ritmo sincopato, punteggiano le notti di riflessioni a tinte fosche.
Tutti hanno ricette e rimedi, peccato solo che siano degli emeriti ciarlatani e che le loro soluzioni non sortiscano il benché minimo effetto.
Chissà perché proprio adesso che mi sento brulicante di vita ho la rigidità del rigor mortis...
La mia immagine è scissa dal mio essere, senza nessun canale di comunicazione e funziona come perfetto negativo di questo.
Mi pesa il fatto di dover sempre scontare un gap nei confronti di qualcuno. Qualcuno che arriva prima, o più facilmente, o in maniera più efficace alla meta da me agognata.
Mi sembra che le cose siano scivolose proprio adesso che vorrei fossero viscose. Evidentemente è il mio destino. Una vita sempre ai piedi del podio a guardare dal basso chi ha saputo ottenere ciò che io mi sono dovuta limitare a desiderare.

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Il pozzo dei desideri - Daniele Silvestri

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