Non me ne ero mai resa davvero conto prima, ma l'Italia è cambiata ed è cambiata in peggio. Quanto emerso dai risultati elettorali non può lasciare indifferenti ed è impossibile ignorare che il paese somiglia sempre più ad un agglomerato amorfo e grottesco di cittadini privi di qualunque discernimento, assopiti fino all'inverosimile da anni di TV spazzatura e miti di infimo ordine, mossi da pulsioni xenofobe, preda di uno sfrenato qualunquismo, ignoranti, disinformati, insofferenti delle regole e pronti a consegnarsi ad una deriva irrazionale senza confini. Gente incapace di rendersi conto che non è possibile tagliare tutte le tasse e aumentare tutti i redditi senza che l'economia subisca un immane tracollo. Cittadini che temono gli immigrati ignorando volontariamente e colpevolmente che molti di loro tengono di fatto in piedi il nostro paese con il proprio lavoro e le proprie tasse. Quest'Italia piccola e borghese (nel senso più deleterio del termine) già oggi è senza futuro, a meno che non ci sia un deciso cambio di rotta. Ma questo non accadrà. Non certamente con il neoeletto governo che porterà la deriva alle sue più estreme conseguenze e spolperà il paese fino all'osso. E questo tra cinque anni sarà ridotto alla miseria, sono pronta a scommetterci. Ve lo dico io, cari analisti, senza che vi dobbiate produrre nell'elaborazione di complicati modelli matematici per fare previsioni: il nostro paese andrà incontro alla più grave recessione della propria storia e ci sarà una crescita senza freni del debito pubblico e non escludo che l'Unione Europea ci dia il benservito.
Proprio adesso che avremmo avuto bisogno di continuare l'opera di deciso risanamento dei conti pubblici intrapresa dal tandem Prodi-Padoa Schioppa, eccoci nuovamente ad un passo dal baratro. Ma con il sorriso sulle labbra, imbambolati e inebetiti dalle promesse vuote e pericolose di un fraudolento.
E tuttavia, non è questo ciò che mi preoccupa di più e mi fa più male. Un Parlamento con una Lega Nord forte e privo della sinistra storica che è stata completamente cancellata dopo il voto di ieri e domenica, è qualcosa da cui ci si può attendere qualunque nefandezza. E non penso di esagerare. Il Cavaliere non avrà mai una valida e intransigente opposizione né alla Camera né al Senato, benché il Pd abbia totalizzato una buona percentuale, perché sappiamo tutti molto bene che il Pd non è davvero alternativo a Berlusconi dal punto di vista politico e che tutto ciò a cui aspira il suo leader è sostituire il Cavaliere nel ruolo di uomo immagine e padre padrone dello Stato.
Chissà quante inutili missioni all'estero saranno votate dalle camere unanimi e quanti provvedimenti restrittivi sull'immigrazione e finanziamenti alla scuola cattolica e chissà cos'altro...
E quante morti bianche ci saranno e noi non le piangeremo, perché i mezzi di informazione, che torneranno ad essere imbrigliati proprio come erano fino a due anni fa, neppure ce le racconteranno.
L'amarezza è tanta che non riesco neppure bene ad articolare i pensieri. Ho scritto una serie di riflessioni disordinate buttate giù con rabbia e delusione, dettate dal fiele che mi ribolle dentro al momento. Sono disorientata e senza voce. Nessuno nelle istituzioni parlerà più la mia lingua e difenderà i miei ideali. Sono muta. Extraparlamentare.
Il desiderio di pensare ad una fuga c'è e non è lieve. Ma c'è una voce chiara che grida forte nella mia testa. Mi dice che non posso farlo e che da oggi comincia la mia personale RESISTENZA.
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